Regia di James Gunn vedi scheda film
Dopo "End Game", l'unico blockbuster Marvel possibile è quello di James Gunn. Dimenticate la paccottiglia multiverso degli ultimi tempi e godetevi l'Universo dei Guardiani!
Quill (Chris Pratt) deve rimettere insieme la squadra e salvare Rocket da morte certa.
James Gunn, dopo aver diretto il folle e riuscito "Suicide Squad", torna a dirigere il terzo e chissà se ultimo episodio dei Guardiani ( anche i primi due lo vedono in cabina di regia). E come da previsioni, viene fuori quello che oggi è l'unico blockbuster Marvel possibile, il prodotto a cui guardare e a cui ispirarsi, che stacca di gran lunga tutto quello che è venuto dopo "End Game" , e forse pure prima.
Ispirandosi alla formula che ha caratterizzato anche i due lavori precedenti, Gunn racconta un infinità di mondi eppure uno solo, un opera coesa e sfaccettata , compatta e di grandissimo ritmo che non conosce pause lungo le due ore e mezza di durata.
Volume 3 apre una parentesi sul procione Rocket Raccoon, uno dei personaggi più riusciti dell'MCU, rivelandone le origini ed il passato di sofferenze. Nel farlo, riflette su temi come la vera amicizia, la diversità , l'accettazione del diverso, elementi che si scontrano con la brama di potere ed il desiderio di un nuovo mondo perfetto, algido, costruito sulla pelle degli innocenti e per questo inaccettabile, ideali malvagi incarnati nel villain chiamato "Alto evoluzionario" , uno squilibrato ossessionato dall'idea di perfezione perseguita solo per soddisfare se stesso, caratterizzazione questa riuscita appieno. Mai quanto la squadra dei Guardiani però , che gode di nuove e significative aggiunte, la cui unione è messa alla prova da una serie di eventi imprevisti che la costringeranno a fare di necessità virtù collaborando insieme.
Divertente, pieno di inventiva, con un lungo piano sequenza digitale totalmente immersivo, Vol.3 è scandito da una colonna sonora bellissima ( Faith No More, Beastie Boys, Alice in Chain solo per citarne alcuni) ed è tecnicamente superbo, ma sopratutto profondamente empatico: ci si può commuovere davanti ad un procione in digitale? È la magia del cinema.
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