Regia di Henry Selick vedi scheda film
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Già a una seconda visione, il nuovo film diretto da Henry Selick apre un mondo intero di particolari tecnici e di messa in scena, dalle soggettive ai campi e contro campi montati divinamente, dai piani sequenza ormai stilisticamente autoriali e personali dai tempi di TNBC alle inclinazioni dell'asse di campo di chiara scuola espressionista.
Wendell & Wild è uno dei migliori film d'animazione di questi nuovi anni Venti, un'opera che - seppur in parte sconnessa - riesce a condensare in modo diretto e acre la poetica sarcastica, fortemente attivista, politica ed esplicitamente orientata di Jordan Peele, qui sceneggiatore di una trama tanto solida nei contenuti quanto straripante nella narrazione. Il cinema di Peele è suggestivo, non ordinato; è un'arte che punta al messaggio, non all'esposizione del racconto. Il film deve essere visto almeno due volte perché, se ci si ferma alla prima visione, il quadro completo degli elementi narrativi potrebbe risultare disorganico. Così non è. Semplicemente, Peele crea diversi filoni narrativi minori con personaggi volutamente sghembi, molto teatrali e mai vicini a uno standard preciso. Concettualmente, W&W si presenta - forse - come uno dei film più crudeli di quest'anno poiché la critica al capitalismo qui riesce a raggiungere vette da volta stomaco.
Non ci si deve fermare alle apparenze ma, se si vuol fare, almeno si deve dare a Selick quel che è suo, ovvero un talento nella regia di opere in stop-motion che non ha rivalità né nel passato (tranne Barta e Svankmajer), né tantomeno nel presente. Ho già sentito dire in giro che il film "è animato male". Se esiste qualcuno che lo pensa davvero, probabilmente ha visto l'opera tra un whatsapp e un tiktok. Selick torna a dirigere un lungo in grandissimo stile, pur non raggiungendo la costruzione geometrica e l'impostazione registica superlativa di TNBC e di Coraline. Tecnicamente, W&W risulta un piacere per gli occhi, soprattutto grazie alla straordinaria fotografia alla Mario Bava (Black Sabbath) che ormai, da quando le opere Laika sono state pubblicate (ovvero dal 2009), rappresenta quasi un cliché in molte opere horror o grottesche d'animazione. Non sottovalutate questo film e guardatelo attentamente (si possono scorgere anche "particolari interessanti" nelle pupille dei personaggi). Non fermatevi a una prima visione.
Se il cinema di Peele non fa per voi, ricordatevi chi è il regista del film. Lo sceneggiatore ricopre chiaramente un ruolo autoriale primario in W&W, quindi l'opera può essere definita senza problemi come "un film di/alla Jordan Peele", come Metropolis (2001) è senza alcun dubbio un film di Katsuhiro Otomo diretto da Shigeyuki "Rintaro" Hayashi.
Henry Selick, tuttavia, è un'istituzione del medium statunitense, al pari di artisti iconici e straordinari come Suzan Pitt o Ben Sharpsteen (riferimento rispetto alle doti tecniche), e la forma di W&W è praticamente ineccepibile, anche se non gode di quei guizzi geniali di cui invece si avvalgono TNBC e Coraline. Esistono di certo sequenze memorabili (come l'incipit del film e la presentazione dell'inferno circense del padre-demonio), tuttavia non esistono scene folgoranti come "This Is Halloween" o "la fuga dall'altra-madre". Il re del gotico horror animato firma comunque un film meraviglioso, non un capolavoro o un capolavoro assoluto, e risolleva le sorti nerissime di un 2022 imbarazzante per ciò che riguarda il cinema d'animazione.
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