Regia di Antonio Lukich vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 2022 - ORIZZONTI
Dopo essere apparso agli Orizzonti veneziani nel 2022, e subito dopo al Toronto International Film Festival, Luxembourg, Luxembourg, del giovane regista ucraino Antonio Lukich, approda alla ventisettesima edizione dell’Umbria Film Festival, che si è tenuto a Montone dal 5 al 9 luglio.
Al centro della vicenda troviamo due gemelli costretti ad affrontare un viaggio in centro Europa alla ricerca di un padre misterioso e fuggitivo.
Due fratelli gemelli ucraini, fisicamente pressoché identici, di nome Kolya e Vasily, uno autista di bus, ma più che altro faccendiere con tendenza a immischiarsi in loschi affari, e l’altro poliziotto, dotati di caratteri decisamente differenti, hanno vissuto sempre a contatto con la loro madre. Il padre non ha mai abitato con loro, implicato in faccende piuttosto losche che lo hanno tenuto impegnato in Europa Centrale, fino al momento in cui se ne sono perse completamente le tracce.
Quando il Consolato lussemburghese fornisce nuovi dettagli sul genitore, precisando che si trova in fin di vita, la reazione dei due figli appare molto diversa.
Il faccendiere Kolya vuole recarsi a conoscerlo senza esitazione, consapevole di soddisfare un desiderio nutrito per tutta la sua giovane vita.
Il fratello Vasili, al contrario, di primo acchito rifiuta l’idea di mettersi in viaggio per rendere omaggio a un uomo di cui non ha mai condiviso i comportamenti.
La vicenda utilizza questo espediente per descriverci le personalità che si celano dietro due persone fisicamente quasi identiche, ma con caratteri tali da renderle alla stregua di due facce completamente opposte di una stessa identica medaglia.
Dopo aver esordito in regia con il film My Thoughts Are Silent, incentrato sulla storia di un ragazzo e di sua madre (un personaggio quest’ultimo creato sulla scorta della figura materna del cineasta), Antonio Lukich ci racconta stavolta qualcosa del padre, dando vita a una sorta di dittico sull’importanza dell’impronta genitoriale per la vita degli incolpevoli eredi.
Sul principio che ognuno si rende protagonista della propria vita, unica e non omologabile, il regista con questa sua seconda opera riflette sull’influenza che le orme paterne e materne esercitano sulla sensibilità e sul modo di affrontare le esperienze dei due singolari gemelli protagonisti.
Antonio Lukich fa riflettere su come la figura genitoriale accentri caratteristiche di emulazione e contemporaneamente di repulsione, che finiscono per divenire l’elemento che più influenza il carattere e il modo di agire dei giovani.
Sia che il genitore sia sempre presente e vigile, sia che si trasformi, come in questo caso, in una figura fantasma o comunque tutt’altro che educativa.
Al di là della storia romanzata e scritta per la circostanza, l’ispirazione tratta dalla figura di un padre sconosciuto che attrae e respinge assieme, risulta intensa proprio in quanto frutto di una esperienza diretta vissuta dallo stesso regista.
In questo contesto di storia un po’ grottesca, e un po’ anche surreale, rimane impressa la presenza scenica unica dei due piccoli (a livello di statura) gemelli protagonisti, Amil e Ramil Nasirov, in grado di rendere palese la differenza caratteriale che separa due persone fisicamente pressoché indistinguibili.
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