Regia di Laura Citarella vedi scheda film
Laura Citarella è una giovane regista, classe 1981, che con "Trenque Lauquen", dal nome della cittadina delle "pampas" argentine dove si svolge, per la maggior parte, il film, fa la sua opera più ambiziosa, riprendendo una sua idea sviluppata in un suo film del 2011, "Ostende". Questo kolossal, per durata e non certo per produzione, che dura quattro ore, saggiamente divise in due parti, è un'opera sfuggente, a tratti sconnessa, ma sicuramente affascinante e ben girata. La prima parte è decisamente quella meglio riuscita, con una storia tutta al femminile, di una donna, Laura, che scompare misteriosamente, e due uomini, il compagno e l'amico "speciale", sulla strada, in auto, alla sua ricerca. Un film "on the road" che improvvisamente cambia registro, diventando sentimentale, (non melenso), leggero, adorabile, quando una scoperta casuale avvicina Laura all'amico "speciale", sfiorando certa luce dei film di Rohmer. Tutto bene, dunque, con una malinconia sottile, sottolineata anche dalle belle musiche utilizzate. La seconda parte sorprende ancora di più, perché di quella prima parte così dolcemente misteriosa, rimane poco, trasformando tutto in un vago e misterioso film alla Shyamalan, che cerca di dare risposte ai nostri dubbi e ai dubbi dei poveri protagonisti maschili, fra presunte creature mutanti e paranormale. Due ore, le ultime, che abbassano l'entusiasmo, fino a sfilacciarsi in un finale posticcio e lasciato lì, insieme ai buchi narrativi. La sensazione è quella di un'opera troppo pretenziosa per una regista sostanzialmente senza esperienza, che andava sforbiciata, certe scene sono inutilmente lunghe, o che quantomeno doveva fluire meglio. Niente da dire sugli attori e sull'utilizzo delle risorse naturali dei luoghi. Qualità ma non sempre sostanza. Comunque promosso ma con riserva. Su MyMovies, in abbonamento.
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