"Laura non c'è"...come la Laura della nota canzone, in un mistero che non appare come meno intricato di quello che ha coinvolto Laura Palmer nella celebre saga di Twin Peaks.
Forse il nome "Laura" ben si addice a dare i natali ad una figura misteriosa di donna che si mette nei guai per la sete di ricerca di verità a cui proprio non riesce a sottrarsi.
Anche la Laura sopraggiunta nella cittadina apparentemente quieta e sonnecchiante di Trenque Lauquen, è scomparsa, pochi mesi dopo esser giunta per partecipare alla raccolta di ortaggi tra i campi della pampa argentina.
Sulle sue tracce si mettono due uomini: il fidanzato, e l'uomo fidato che la ama non meno del primo.
I due si mettono alla ricerca di indizi, senza poter percorrere alcuna traccia, ma senza nemmeno ostacolarsi per il ruolo un po' da rivali che li caratterizza.
Alla fine, riuscendo a trovare qualche misterioso ed intrigante indizio tra le pagine di un libro custodito nella libreria cittadina, oggetto di letture frequenti da parte della scomparsa, ed intitolato "Autobiografia di una donna sessualmente emancipata", scritto da una misteriosa insegnante chiamata Carmen Zuena, di cui nessuno ricorda i tratti fisici, ma che si ritrova in ogni foto del plesso scolastico di qualche decennio precedente, i due scoprono che la scomparsa della donna potrebbe essere motivata dalla ricerca di indizi più precisi sulla identità di questa misteriosa e fantomatica scrittrice.
La vicenda si snoda in un complesso di storie secondarie, per ritrovare, nella seconda parte della titanica opera lunga oltre quattro ore, la nuova Laura come un essere nuovo, rinato dalle acque un po' limacciose, ma mai putrefatte, dei corsi fluviali che percorrono quel territorio verdeggiante pieno di fascino, ma anche di mistero.
In un film in cui predominano le donne chiamate Laura, che si materializza nella figura della protagonista del film, in quella della sua interprete (Laura Paredes) e infine pure in quella della regista Laura Citarella, la suddivisione in due parti del lungo film, girato e montato in formati differenti in ciascuna delle due metà, è motivata innanzi tutto, per stessa ammissione della sua regista, dalla necessità di presentare la protagonista secondo due angolazioni ben differenti.
Ecco allora che lungo la prima parte, Laura è descritta e delineata per come la vedono gli altri, specie nella figura dei due uomini che la cercano con affanno, e dei testimoni chiamati a riferire su di essa.
La seconda parte, invece, presenta una Laura nuova, misteriosa, diversa da quella descritta dagli amici ed amanti: una Laura vista da parte di se stessa, quindi secondo una visione più intima, inedita, ben differente alla pubblica esteriorità.
La vicenda è raccontata secondo una tecnica narrativa a scatole cinesi che ricorda anche la forma ad incastro di Italo Calvino nel suo prodigioso ed incalzante Se un giorno d'inverno un viaggiatore".
Una formula intrigante e complessa che fa parte di diritto al movimento culturale al quale hanno aderito, oltre alla Citarella, registi argentini del calibro di Mariano Llinas (l'autore del non meno comlicato e travolgente film-fiume "La flor", peraltro marito dell'attrice Laura Paredes): El Pampero Cine è il suo nome, ed in esso si sono riuniti autori indipendenti desiderosi di utilizzare la via narrativa cinematografica per sperimentare ed innovare le tecniche di racconto.
Il risultato è un film straordinario, opera complessa e sfaccettata che rapisce e lascia contemporaneamente felicemente interdetti per tutto quanto si riesce a costruire, anche a livello emotivo, lasciando tuttavia che il mistero di fondo non riesca mai veramente ad appianarsi.
Un progetto che intende far parte di una saga che la regista Citarella ha iniziato nel 2011 con il suo primo lungometraggio intitolato Ostende, e che continuerà con i progetti che la cineasta ha già in mente di sviluppare.
Probabilmente i misteri legati alla figura di Laura non sono affatto terminati con Trenque Lauquen.
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