Regia di Juan Diego Botto vedi scheda film
Un film alla Ken Loach ma senza raggiungerne le vette di realismo e coinvolgimento emotivo, incentrato su una giornata no di un uomo che vorrebbe aiutare tutti ma a cui sfugge il tempo dalle mani
Pur con il meritorio intento di aprire una finestra sul mondo degli sfratti che ogni anno coinvolge migliaia di persone, il film di Juan Diego Botto sembra ispirarsi fin troppo al cinema di Ken Loach ma senza raggiungerne le vette di realismo e coinvolgimento emotivo. E' infatti fin troppo catastrofica la giornata dell'avvocato Ramy, che cerca di aiutare un pò tutti quelli che trova sul suo cammino (una giovane sfrattata, una madre a cui stanno per portare via la figlia, ma anche il proprio figlio di cui non ricorda neanche il giorno del compleanno, troppo preso da mille impegni quotidiani) senza riuscire praticamente a concludere nulla, attanagliato da una buona dose di sfortuna ed anche dal fatto di essere una di quelle persone che avrebbe bisogno di giornate da 40 ore per riuscire a fare anche solo una minima parte di ciò che si prefiggono. E se la prova degli attori è comunque valida, compresa quella di una Penelope Cruz di efficace compostezza, non convince del tutto lo sviluppo di una trama ad incastri che sembra complicare oltre modo una storia che era già sufficientemente ingarbugliata di suo nella sua pur triste linearità.
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