Regia di Stuart Heisler vedi scheda film
Molto bello, e tutto sommato originale, perché diverso da film come "Eva contro Eva" e "Viale del tramonto" (comunque capolavori). Al centro del film non c'è tanto il mondo del cinema e degli studios, quanto una ex diva ormai sulla via del declino, una donna che deve fare i conti con se stessa e col modo sbagliato con cui ha impostato la vita. Dedicatasi anima e corpo al successo, ma anche a tutta la vanità e all'ostentazione che spesso ne fanno parte, esso era divenuto per lei come una droga, della quale non sapeva più fare a meno. Ad esso aveva sacrificato anche la famiglia. Al suo mondo finto, vacuo e recitato anche nella vita, è contrapposto quello di Sterling Hayden, il quale, pur avendo anch'egli praticato quegli ambienti, aveva saputo ritirarsene per tempo e con onore, e soprattutto senza rimpianti o desideri frustrati. In tal modo ha salvato se stesso, la sua umanità e la sua dignità. Il contrasto tra i due personaggi è forte, eppure il secondo è la salvezza della prima, che, assuefatta al mondo dell'arrivismo e del calcolo, quasi non capisce come una persona possa aiutarla in modo disinteressato e solo per amore. E' un film che, pur mostrando senza pietà certi meccanismi di Hollywood e il penoso e velleitario comportamento di una diva sfiorita (specie nella scena del provino), è anche molto umano e quasi lirico in alcuni momenti (come la gita in barca). Mostra cioè come l'amore di un uomo possa salvare una donna ormai destinata ad autodistruggersi con l'alcol o col suicidio. La pellicola - e per questo mi piace ancor più - mostra il riscatto morale di un’ex attrice che ormai aveva toccato il fondo, ma trova la forza di dare un calcio alla vanità e alla futilità per scegliere ciò che veramente conta nella vita. Quanto le dice il produttore nella scena alla festa è bellissimo, e le fa capire come fosse giunta ormai ad adorare se stessa, in una specie di ebbro delirio di autoesaltazione. Brava come sempre la Davis, che, si sa, era molto portata per questo genere di parti, e bravo anche Hayden. Per una volta non fa il duro, anzi.
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