Regia di Stefano Collizzolli, Daniele Gaglianone vedi scheda film
Come si preserva la memoria collettiva? Come si può fare in modo che gli eventi, traumatici o gioiosi che siano, che hanno caratterizzato la storia del nostro paese, possano restare impressi nel cervello sempre colmo di informazioni e fatti? Sono queste le domande a cui sembra voler rispondere Stefano Collizzolli che partendo dalle riprese video del regista, allora tra le centinaia di migliaia di persone che tra il 19 e il 21 luglio del 2001 si riversarono a Genova per prendere parte, attivamente con proteste e manifestazioni, al vertice fra gli otto stati più potenti della Terra e vi alterna la viva testimonianza di Evandro Fornasier.
Collizzolli parte dai vagoni dei treni, pieni zeppi di ragazzi gioiosi, quasi in aria di gita scolastica, e speranzosi, animati dalla convinzione di poter “fare la differenza” e ci trascina davanti agli occhi commossi e spenti di coloro che questo pezzo di storia lo hanno vissuto sulla loro pelle, divenendo vittime inconsapevoli di un’ingiustizia, della più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale, come l’ha definita Amnesty International.
Mentre i narratori si schermiscono dietro dolori mai sopiti, accomunati dalla volontà di non voler mai ricordare e ripercorrere quei momenti, Stefano Collizzolli, che tra gli altri si definisce uno che “se l’è scampata”, accenna immagini della violenza ma più che altro sembra volergli dare voce, dare voce ad una storia che è stata raccontata tante volte ma mai fino in fondo.
Vent’anni dopo autori e testimoni di questa pellicola, hanno sentito l’esigenza di raccontare quello che mai è stato detto in un film che è un lungo racconto, un diario momento per momento degli attimi più tremendi visti attraversi l’anima di coloro che li hanno subiti.
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