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Princess

Regia di Roberto De Paolis vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Princess

di obyone
7 stelle

 

Kevin Glory

Princess (2022): Kevin Glory

 

Venezia 79. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

Il regno di "Princess" è una pineta nella periferia della capitale. Al suo interno vi è il piccolo castello nel quale accogliere i ragguardevoli ospiti e c'è un principe ranocchio che chiede un bacio e metà del regno. Roberto De Paolis strizza l'occhio alle favole ma nel reame della boscaglia romana non c'è una bella donzella indifesa né un prode uomo a cavallo. C'è una principessa nera, forte, decisa, impulsiva, i cui capelli rosa tradiscono giovinezza. E c'è un uomo che non veste armature e non brandisce armi da guerriero. Indifeso come un ranocchio l'armigero, timido e sensibile, cerca nella principessa il sentimento che colmi la sua solitudine. La ragazza africana, però, è guardinga e piuttosto contrariata dalle richieste bizzarre di quell'uomo bianco così ingenuo e diverso dagli altri. 

È Princess a riempire la scena, a dettare legge nel suo reame, poco incantato, molto terreno. Decide chi può avervi accesso e quali benefici elargire. Per contro il suo principe, il ranocchio Corrado, è spaesato, quasi in balia di sua altezza e della strada incorniciata d'alberi che delimita il territorio fatato. Il vento, però, è destinato a cambiare. Corrado approfitta di impercettibili crepe nella corazza della pulzella e lui, che di ogni difesa s'è spogliato fin dall'inizio, fa breccia tra le maglie della cotta mandando in frantumi le poche sicurezze di lei. Quando la coppia si sposta sul lungomare laziale e la ragazza è sottratta ai rassicuranti meccanismi di sempre l'uomo si riprende i panni del nobile cavaliere deciso a strappare l'inerme fanciulla al gretto focolare della realtà. I rapporti si ribaltano e la ventenne prostituta rivela la straripante vitalità della fanciullezza nascosta dalla spessa coltre del cinismo a cui la vita l'ha abituata. Corrado, invece, a suo agio nel suo terreno compensa le insicurezze di Princess con l'ostentata decisione che si addice al Principe Azzurro.

 

Kevin Glory, Lino Musella

Princess (2022): Kevin Glory, Lino Musella

 

Con delicatezza e pudore il regista Roberto De Paolis si addentra tra gli alberi del bosco e racconta la vita di una giovane meretrice che si dà per soldi ma incontra un giorno un uomo più grande di lei che ne rimane attratto al punto da anteporre al sesso il desiderio di qualcosa di più grande. 

Con taglio realistico il regista dei "cuori puri" documenta i litigi tra compagne di strada, il chiassoso vocio delle donne africane che ci infastidiscono nei treni e negli autobus, i cambi d'abito per rendersi presentabile, gli stretti rapporti nella comunità di appartenenza che non guarda al ruolo sociale di alcuno (o finge di non farlo) perché gli immigrati non hanno alternativa, in terra straniera, che accettare la propria condizione. È nel rapporto che si instaura man mano tra Princess e Corrado che scorre la poetica dell'ineffabile, dell'irraggiungibile. Vi è un divario sociale e culturale che impedisce l'unione dei singoli corpi. Per quanto Corrado si sforzi di essere accomodante e paziente la giovane donna non riesce a comprendere le cure amorevoli ricevute dall'uomo. Princess, nel suo modo di vedere le cose, scambia la dolcezza per mancanza di rispetto. Tutto ha un prezzo, un tornaconto. 20 euro per una sveltina. 50 per un rapporto anale, 200 per un notte. Princess ha imparato a badare a se stessa perché ha imparato a pensare esclusivamente a se stessa. Ciò le impedisce di comprendere le attenzioni ricevute che disorientato la praticità del suo agire. A tal proposito è molto significativa la sequenza girata nel bel mezzo di una festa privata in cui Princess si intrufola senza essere invitata, perplessa di fronte ad un evento chiuso dietro ad una porta anziché aperto a chiunque desideri divertirsi.

Tra loschi figuri che, forti della loro appartenenza al gruppo, molestano le prostitute, ed altri uomini meschini che approfittano della loro posizione dominante, il regista Roberto De Paolis raggiunge l'apice nella rappresentazione del vero mentre, nei gesti affettuosi dell'amore e nelle scorribande in automobile, la nostalgia di un futuro impossibile si fa largo in modo tangibile. Frammenti di candore volteggiano in un "palloncino" rosa quasi a rimarcare che la purezza risiede nell'animo umano. Forse il destino è pronto per una svolta, forse non ora. Eppure il dado è tratto e nemmeno le preghiere e i riti sciamanici sembrano aver più valore di fronte alle nuove esperienze maturate da Princess. Forse è arrivata l'ora per la principessa africana di lasciare il castello e di trovarsi da sé il proprio consorte. 

È straripante Kevin Glory che dalla strada è arrivata e dalla strada s'è tolta. Bravissimo, invece, Lino Musella in un racconto privo di pregiudizi e retorica in cui la regia salda e invisibile scandaglia con efficacia il mare di paure e l'oceano di titubanze dell'animo umano.

Opportunamente scelto quale film di apertura della sezione Orizzonti del Festival di Venezia si appresta a raggiungere qualche sala coraggiosa che alle sguaiate commediole italiche preferisce un film dai toni delicati ma non ingenui. Di film così ce n'è un gran bisogno.

 

Kevin Glory

Princess (2022): Kevin Glory

 

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