Regia di Walter Hill vedi scheda film
Presentato fuori concorso alla 79° Mostar del Cinema di Venezia, Dead for a Dollar di Walter Hill è un western revisionista che segue gli stilemi tipici del genere incorporati da obiettivi femministi e antirazzisti, comunque, sempre all’interno di un immaginario marcatamente “old school”.
Dopo I cavalieri dalle lunghe ombre (1980), Geronimo (1993) e Wild Bill (1995), Hill, alla rispettabilissima età di 80 anni, torna quindi a calcare i sentieri (selvaggi?) del genere western in un film, in quanto produzione indipendente, dal bassissimo budget e, decisamente, non una delle sue opere più seminali o di quelle che, attraverso i codici propri del cinema di frontiera, hanno plasmato un nuovo genere, ovvero il “western metropolitano”, quasi da solo (non dimentichiamoci di un certo John Carpenter), ma rimane comunque una pellicola fortemente caratterizzato dal suo venerando autore.
Da sempre dominato dall’epica della frontiera e del più fieramente americano dei generi cinematografici, amato dal suo mentore (Sam Peckimpah) e dai suoi contemporanei in quanto capace come pochi di riflettere sui valori costituivi di un intero popolo (ovviamente quello americano), Hill confeziona con Dead for a Dollar un nuovo cantico della frontiera ma alla vecchia maniera, ruvido e asciutto proprio come i vecchi eroi polverosi dei western in un tributo soprattutto a quei B-Movie firmati da Budd Boetticher, ormai dimenticato da molti ma a cui Hill dedica la sua pellicola, ma non mancano neppure gli omaggi (e i tributi) anche al cinema di Sergio Leone e alla trilogia del dollaro, a partire proprio dal titolo del film.
Fin dall’inizio si ha la sensazione di essere di fronte a un western d’altri tempi, postmoderno e aderente ai canoni storicamente definiti del genere, senza nessun tentativo di rompere o ammodernare tali schemi predefiniti e questo, seppur pregevole da un lato, ne definisce però anche i suoi stessi limiti, a partire poi da una sceneggiatura desueta scritta dello stesso Hill insieme a Matt Harris (e risalente al 2000) che nel suo classico omaggio al passato tenta di incorporarne anche temi più moderni ma senza concretizzarsi mai veramente, rimanendo invece fortemente ancorato a un tipico film di genere.
Tutto questo si ripercuote anche nella recitazione degli attori coinvolti e che comprende Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke, Benjamin Bratt, Luis Chavez, Hamish Linklater e Brandon Scott.
Dead for a Dollar è un film uscito probabilmente fuori tempo massimo ed è, probabilmente, il peggiore (!) della sua onoratissima filmografia, che non nasconde affatto il voler prendere le distanze da qualsiasi genere di rilettura postmoderna (alla Tarantino, per dire) preferendo invece una sacra classicità e può essere letto anche come l’ultimo capitolo (per ora!) di un interessante e poliedrico romanzo cinematografico scritto da un cineasta che, nel corso di mezzo secolo di attività, ha fatto della poetica western la materia prima con la quale plasmare, con coerenza e abnegazione, qualsiasi altro genere cinematografico, dal thriller alla fantascienza, dall’action al musical.
VOTO: 5,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta