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When the Waves are Gone

Regia di Lav Diaz vedi scheda film

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La recensione su When the Waves are Gone

di alan smithee
10 stelle

John Lloyd Cruz, Shamaine Buencamino

When the Waves are Gone (2022): John Lloyd Cruz, Shamaine Buencamino

VENEZIA 79 - FUORI CONCORSO

Venezia 79 arriva Fuori Concorso l’emozionante When the waves are gone del genio filippino Lav Diaz e molto di ciò che è stato visto e pure apprezzato fino ad ora al Festival perde consistenza al suo confronto.

In oltre tre ore, il maestro ci racconta di una sfida epocale tra due ex militari un tempo alleati, poi divenuti nemici giurati a causa della missione che li ha coinvolti.

Una nuova occasione che permette a Diaz di scagliarsi e dire la sua senza veli né remore, riguardo alla guida politica dell’ex presidente populista ed incantatore delle masse Rodrigo Duterte.

Il rimorso che logora nel corpo e nella mente

Il tenente Hermes Papauram è uno dei più validi esperti investigativi al servizio delle forze dell’ordine filippine che lo impiegano, in particolare, per intraprendere una severa lotta contro lo spaccio di stupefacenti, secondo le dure linee guida imposte dal governo di Duterte.

Quando però una importante missione finisce in un bagno di sangue, in cui perdono la vita anche i membri di un generale dell’arma, ecco che le certezze del militare lasciano il posto ad un rimorso e un senso di colpa che gli procurano malesseri fisici e psicologici.

Una invasiva forma di psoriasi accompagnata da un forte esaurimento costringono il militare a richiedere un congedo illimitato, durante il quale decide di far ritorno al suo barrio, presso la casa dei genitori, ove risiede ancora un’anziana sorella malata di diabete e colma di rancori verso i fratelli.

Ma anche il generale colluso e condannato nel frattempo viene scarcerato, e si prepara, con intenzioni ed armi bianche, ad  affrontare il suo nemico giurato, ovvero lo stesso Hermes, che l’ ha fatto condannare e gli ha distrutto la famiglia.

La resa dei conti sarà definitiva e attraverso di essa male e bene si affronteranno, finendo per coincidere in un unico dramma.

 

La corruzione ed il populismo che imperano da decenni tra le fila del governo delle Filippine sono da tempo al centro della tematica cinematografica del regista militante Lav Diaz, già censurato e messo alle strette per la tendenza a esprimersi senza remore contro i misfatti presenti e passati che affliggono il suo paese.

When the waves are gone racconta una storia di rivalità acerrima tra due ufficiali, uno bravo ma devastato psicologicamente, l’altro corrotto, colluso e incattivito per la strage perpetrata ai danni della propria famiglia di cui ritiene responsabile il primo.

Una sfida che, sulla carta, probabilmente, avrebbe potuto appassionare anche un regista come Michael Mann, e che Lav Diaz affronta, racconta e sviscera rispettando il proprio stile riflessivo.

Il regista  non si preoccupa di risolversi in tempi adeguati allo sfruttamento commerciale cinematografico, seguendo la connotazione precisa del proprio pensiero politico e non ponendosi remore a muovere critiche socio-culturali ai danni di una classe dirigente politica e militare tutt’altro che limpida, che utilizza il populismo per ottenere facili ed utili consensi elettorali.

L’autore non ci nega nemmeno, e per fortuna, le lunghe inquadrature fisse impostate magicamente su sfondi che paiono infiniti, la telecamera fissa  e la suadente fotografia in bianco e nero in gran parte concentrata a riprendere sfondi rurali o di foreste pluviali rigogliose e ingrigite dalle tonalità magiche della accennata fotografia.

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