Un avvincente e accattivante ritratto di donna, che utilizza le sue stesse opere, fotografie e diapositive, come parte integrante della narrazione documentaristica e diventa veicolo della campagna di denuncia sociale a cui la protagonista si è votata.
79ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2022 – IN CONCORSO
Unico documentario in concorso alla 79ma Mostra di Venezia è All The Beauty and the Bloodshed della regista Laura Poitras dell'acclamatissimo Citizenfour. Stavolta la protagonista della presentazione è l'artista e attivista Nan Goldin, protagonista della lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria del colosso farmaceutico Purdue Pharma, tra i principali responsabili della crisi degli oppiacei, moderna tragedia americana che ha visto centinaia di migliaia di persone perdere la salute e la vita in seguito alla dipendenza sviluppata nei confronti di farmaci antidolorifici oppiacei che sono stati massimamente prescritti in seguito ad un'aggressiva campagna delle imprese produttrici.
L'attivismo della Goldin nasce da un fatto personale, poiché anche lei stava rischiando di sviluppare una dipendenza dal farmaco OxyContin e, essendo la donna un'artista (fotografa principalmente) si sviluppa principalmente in seno al mondo della cultura e dell'arte. Infatti la famiglia Sackler è da sempre fonte di generose donazioni a musei e università, al punto che alcune gallerie del prestigioso MET di New York portano il loro cognome. La Goldin e gli attivisti del gruppo da lei fondato, il P.A.I.N., prendono di mira tali gallerie e istituzioni culturali con azioni non violente al fine di smascherare le tattiche ipocrite usate dalla famiglia per ripulire il loro nome presentandosi come benefattori e mecenati al fine di far dimenticare le gravi colpe figlie dell'avidità di profitto delle loro imprese.
Se l'impegno in questa causa nasce da un evento della vita della donna, proprio questa esistenza fuori dall'ordinario è l'altro filone di interesse della documentarista Poitras che in parallelo alla documentazione delle azioni di protesta del P.A.I.N. ci porta a scoprire l'intera affascinante biografia di Nan: il rapporto con la fragile sorella fatta internare in un istituto psichiatrico e morta suicida, l'amicizia negli anni 70 con il fotografo gay David Armstrong, l'amore per una bellissima donna nella comunità lesbica di Provincetown, le feste sfrenate nella Bowery, l'ingresso nel mondo della fotografia a New York, lavorando nel frattempo come ballerina sexy in squallidi locali notturni e persino come prostituta in un bordello, la violenza subita dall'ex fidanzato, la genesi della sua opera più celebre The Ballad of Sexual Dependency.
Un avvincente e accattivante ritratto di donna, che utilizza le sue stesse opere, fotografie e diapositive, come parte integrante della narrazione documentaristica e diventa veicolo della campagna di denuncia sociale a cui la protagonista si è votata.
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