Regia di Santiago Mitre vedi scheda film
MAI ARRIVATO NEI CINEMA ITALIANI
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Può uno Stato essere responsabile di violenze e torture, di rapimento di bambini, di esìli coatti e, soprattutto, della sparizione di circa trentamila persone considerate politicamente ostili? Certo che può. Un esempio è ciò che fece lo Stato argentino quando a governare a Buenos Aires furono i militari responsabili del cosiddetto Proceso, dittatura cominciata il 24 marzo 1976 - in seguito a un colpo di stato che rovesciò la presidente Isabel Martínez de Perón - e terminata il 10 dicembre 1983.
Argentina, 1985 - Una scena con i nove imputati in tribunale
È il basamento su cui è costruita la storia di questo coinvolgente quanto divertente – pur nella sua drammaticità - film di Santiago Mitre (a Cannes presentata un’altra sua opera ben valutata su questo sito, Paulina, del 2015), scritto e sceneggiato dallo stesso regista per raccontare in immagini l’Argentina tornata a un governo costituzionale dopo i tempi cupi del Proceso de Reorganización Nacional, inquadrando la vicenda dal punto di vista del procuratore-capo Julio César Strassera - ma anche da quello della sua famiglia e dei suoi colleghi - incaricato di provare la colpevolezza di nove membri della giunta militare, compresi i capi di Stato.
Da sinistra aalla Mostra di Venezia: Flechner, Darin, Mitre e Lanzani
Questo lungometraggio di Mitre (in concorso a Venezia per il Leone d'oro al miglior film 2022), dramma giudiziario che scandaglia uno degli episodi più drammatici del Novecento, quello dei desaparecidos argentini, è un fulgido esempio di come, anche con mezzi limitati e senza alcun effetto speciale, si possa produrre un’opera cinematografica di alto livello. La compattezza del montaggio e la coerente concatenazione delle scene, sono due dei punti di forza, perché garantiscono l’interesse costante di chi guarda.
Argentina, 1985 - Scena con Ricardo Darin e Peter Lanzani
A questo, si unisce la perfetta prova di alcuni attori chiamati a interpretare i ruoli chiave dello script. A cominciare dal sempre bravissimo Ricardo Darín (a mio avviso ottimo nel sottovalutato Neve nera del 2017) nei panni del magistrato Strassera detto el Loco (il pazzo), uomo colto ed elegante, progressista appassionato e sarcastico nel voler fare giustizia di una terribile pagina del proprio Paese. Molto efficace, al suo fianco, Alejandra Flechner (attrice soprattutto teatrale con alcuni ruoli per il cinema ma solo in produzioni argentine), che personifica la leale moglie del procuratore, pronta a sostenerlo e pungolarlo nei momenti di difficoltà, incertezza e paura. Buona prova anche per Peter Lanzani (nel cast della serie televisiva Il suo regno [2021], nel palinsesto Netflix), braccio destro di Darin nel ruolo dell’assistente procuratore Luis Moreno-Ocampo, al suo primo processo, cavallo di troia in tribunale perché proveniente da una famiglia facente parte di quella fetta di società che aveva appoggiato la dittatura civile-militare.
Argentina, 1985 - La squadra legale di Strassera e Moreno-Ocampo
Due magistrati, quasi contro tutti, mettono insieme una squadra di lavoro composta da molti giovani neolaureati non influenzati e non influenzabili, con l’impellenza di raccogliere prove e testimonianze grazie alle quali dimostrare che i nove comandanti non potevano non sapere delle atrocità commesse durante il loro governo. Giustizia deve essere fatta. Da non perdere. Voto 8,4.
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