Regia di Santiago Mitre vedi scheda film
Con un colpo di stato militare che depose Isabelita Peron, nel 1975 Videla si impadronì dell'Argentina, per instaurare una dittatura che - sotto il suo comando - durò fino al 1981. Quattro anni più tardi si celebrò il processo affidato, nella parte dell'accusa, al coraggioso procuratore Julio Strassera (Darìn) che, affiancato da un giovane procuratore aggiunto idealista (Lanzani), radunò una squadra di ragazzi determinatissimi a dare finalmente giustizia alle madri della Plaza de Mayo, che dovettero subire lo strazio della perdita dei loro figli prima torturati e poi desaparecidos (una tragedia già raccontata in film come Garage Olimpo, Hijos, Cronaca di una fuga e Complici del silenzio). Il film di Santiago Mitre, già autore di opere interessanti come El estudiante e Il presidente, ricostruisce quella terribile pagina di totale sospensione dei più elementari diritti umani, dando eslusivamente, o quasi, voce alle vittime e all'accusa, e pressochè ammutolendo i membri della Junta Militar, con una scelta di campo dunque molto diversa da quella di un film come Vincitori e vinti. Nonostante ciò, Argentina, 1985 è un film potente e necessario, che racconta i quattro mesi di dibattimento che videro protagonista un uomo tanto esemplare quanto realista, determinatissimo a ottenere la giusta pena per quel manipolo di criminali che mise sotto scacco un intero Paese per sette lunghi anni. Se il racconto - tra inserti della vita familiare, continue minacce e alcune toccanti testimonianze - adotta uno stile assai classico, non mancano i momenti di forte impatto emotivo, che toccano lo zenith con la magnifica requisitoria in aula (conclusa con quel fermo "nunca mas", mai più) di Strassera, interpretato da un Ricardo Darìn che si conferma uno dei migliori attori al mondo.
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