Regia di Santiago Mitre vedi scheda film
79ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2022 – IN CONCORSO
Alla fine del 1984 l’Argentina sta vivendo un difficile transizione dalla dittatura militare da poco conclusa alla nuova democrazia ancora fragile. Come per tanti Paesi in questa situazione di passaggio, si pone il problema di come giudicare i crimini del passato regime, che si era macchiato in forma massiccia di arresti illegali, torture e scomparse nel nulla degli oppositori politici.
Il processo, che i potenziali imputati volevano venisse assegnato ai tribunali militari, si svolgerà invece di fronte alla giustizia penale civile e il pubblico ministero incaricato di sostenere l’accusa è il ritroso Julio Strassera (Ricardo Darin)
Il film segue passo passo l’istruzione del caso dell’accusa dall’ottobre 1984 al febbraio 1985, quando inizia il dibattimento in aula e poi seguire lo stesso fino alla sentenza di primo grado del dicembre ‘85. Strassera riunisce un team di giovani legali, tra cui l’assistente pubblico ministero è il giovane Luis Moreno Ocampo, futuro procuratore generale della Corte Penale Internazionale. La parte più impegnativa del lor lavoro è raccogliere prove e testimonianze che inchiodino i generali alle loro responsabilità. Sapendo che Videla e i suoi compari avrebbero cercato di attribuire gli abusi dei diritti umani a “eccessi dei subordinati”, la strategia dell’accusa è pertanto dimostrare l’esistenza di un piano coordinato a livello nazionale, che non poteva non essere stato organizzato dall’alto.
Il processo non avviene certamente in un clima sereno, tra minacce telefoniche a Strassera e alla sua famiglia e di fronte all’ostilità delle Forze Armate e alla perplessità di una buona parte dell’opinione pubblica, come la madre dello stesso Moreno Ocampo, ancora non disposta credere alle accuse di tanto gravi atrocità.
Santiago Mitre realizza un court drama storico-politico serrato e avvincente, rispettando i fatti storici ma trattandoli con la spregiudicatezza necessaria a renderli accattivanti sul grande schermo ed esponendoli con una chiarezza espositiva che permette anche a chi non conosce nei dettagli quelle fasi della storia argentina di seguire con chiarezza tutti gli snodi della vicenda.
Le vicende processuali propriamente dette sono inframmezzate alle dinamiche familiari interne alla famiglia di Strassera, con attenzione particolare al personaggio dell’intraprendente figlio preadolescente che suggerisce persino al padre la modifica dell’arringa, nel passaggio sul pollice verso di Nerone.- L'ironia è un altro strumento che Mitre utilizza con abilità per spezzare con parentesi leggere e divertenti la tensione del processo e la drammaticità delle testimonianze dei torturati e dei parenti dei desaparecidos.
Certamente Argentina, 1985 è un film che non lesina tutte le astuzie ed espedienti narrativi necessari ad agganciare l'attenzione dello spettatore e a farsi amare dal grande pubblico e questo ha fatto storcere il naso a qualcuno, almeno per quanto attiene alle sue prospettive di ambire a premi al termine di questa Mostra. Tuttavia il fragoroso applauso che lo ha accolto mi fa pensare che non lascerà il Lido a mani vuote e, portandoci avanti, credo che si giocherà le sue carte anche per l’Oscar per il Miglior Film Internazionale.
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