Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Nel vasto giardino di casa Haverhill lavora Narvel Roth, un floricultore il quale, unendo la passione e l'esperienza, è in grado di gestire le molte e diverse piante della tenuta. Collabora con tre giovani, felici del loro lavoro, ed intrattiene un particolare rapporto con la padrona di casa, l'attempata Norma Haverhill; altezzosa e riservata, Norma considera Narvel non solo un fidato dipendente, ma anche un amico, un confidente, all'occorrenza un amante. Gli affida la formazione, nel ruolo di giardiniera, di una pronipote, dall'età di circa venti anni e rimasta orfana. Norma non era in buoni rapporti ne' con la mamma, ne' con la nonna della giovane, rispettivamente sue sorella e nipote; sentendo prossima la fine, a causa di uno stato di salute non ottimale, è interessata ad educare una persona in grado di saper curare il giardino, direttamente e non. La pronipote, Maya, accetta di lavorare nella tenuta Haverhill e s'ambienta con piacere; ma il suo recente e sgradevole passato giunge a "bussare alla porta", nella forma di due minacciosi spacciatori. Narvel, uomo anch'egli dal passato oscuro e tormentato, attratto, ricambiato, da lei, sceglie di aiutarla. Ciò innesca una serie di spiacevoli eventi, compresa la grave disapprovazione di Norma. Film drammatico diretto da Paul Schrader, "Il Maestro Giardiniere" affronta il tema della redenzione. I due protagonisti, Narvel e Maya, hanno un passato ingombrante dal quale desiderano emendarsi. Tali periodi sono raccontati tramite flashback, i quali lasciano molto all'immaginazione dello spettatore; Narvel era un suprematista bianco, coinvolto in una lotta tra bande ed infine pentito. l'aver testimoniato a danno degli ex compagni gli ha evitato l'arresto ma ha reso necessario per lui la separazione dalla famiglia, un cambio d'indentità e l'inserimento in un programma di protezione. Egli, dunque, lavora per Norma sotto falso nome. Maya ha alle spalle una storia di lutti, perdite, solitudine; ciò l'ha portata ad essere una tossicodipendente. Il contatto con la terra e le piante, previsto dalla professione che Narvel ormai padroneggia, costa fatica, richiede dedizione, prevede la cancellazione di preconcetti; è un qualcosa di puro e primigènio in grado di ispirare la rinascita del personaggio. Egli gode della stima e della fiducia di Norma, quasi una nobildonna d'altri tempi. La volitiva proprietaria terriera vuole che sia Narvel il formatore di Maya. Alla base della scelta di prendere nella tenuta la ragazza non c'è - come potrebbe inizialmente sembrare - l'intenzione di "pulire" la propria coscienza aiutando una parente - in buona parte, per sua causa - in difficoltà. Ella, utilitaristicamente, vorrebbe una persona cui poter lasciare la tenuta, affinchè la gestisca così come ha fatto lei; di fatto, un'altra Norma. Ma tale desiderio è destinato a non avverarsi. Maya e Narvel s'innamorano; è nell'affetto reciproco che trovano la forza di lasciare alle spalle un passato ancora non lontano per Maya e di certo mai dimenticato per l'uomo, il quale ha il torso segnato da tatuaggi che ricordano altri tempi, ed anche il giusto carattere per sbaragliare gli aggressivi conoscenti di Maya. Norma non può far altro se non accettare la, per lei dura, realtà. La donna è interpretata da Sigourney Weaver; non sappiamo come sia diventata l'oggettivamente negativa persona che è. Da compatire, più che da avere in antipatia, ella è destinata ad una vecchiaia di solitudine, quanto meno interiore. Joel Edgerton è Narvel; uomo molto sicuro di sè e tranquillo, è consapevole degli errori commessi in passato e marcia sicuro lungo la via dell'emenda. Il confuso rapporto con Maya lo fa vacillare, inizialmente non è chiaro se - anche in virtù della rilevante differenza di età - egli voglia esserle "padre", o amico, più che amante. Ma una cosa non esclude l'altra; rapidamente, egli riprende il controllo della situazione. Maya è interpretata da Quintessa Swindell. Il film è caratterizzato da tempi piuttosto lenti ed ambientazioni buie, ma non fredde. Il grande giardino, con i suoi fiori e le sue piante, rappresenta, da solo, un tripudio di colori. La colonna sonora rende bene l'atmosfera di tensione che si respira durante la visione; l'intera storia è permeata di violenza, benchè in scena non ne appaia molta. Indotta, subita, fisica, psicologica; i personaggi principali sono in cerca di una via di fuga dalla strada senza uscita ove li hanno condotti i casi della vita. Non per tutti, il percorso è aperto; ma Narvel, il "maestro giardiniere", colui che ha abbastanza esperienza per estirpare l'erba cattiva e proteggere le piante produttive - è ciò che avviene, metaforicamente, tra i personaggi del racconto - è determinato nel riuscire, e Maya ha di fronte a sè un'intera vita per seguirne le orme. Un bel film, che parla, ed invita, all speranza.
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