Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Con "Master Gardener" Paul Schrader firma un grandissimo film sulla redenzione e il perdono, in cui il giardinaggio diventa metafora di ordine, amore e cura in contrasto con un passato fatto di caos, odio e distruzione. Il personaggio di Narvel Roth, portato in scena da un bravissimo Joel Edgerton, è il simbolo del riscatto umano e spirituale di un mostro diventato tale a causa di insegnamenti basati sul disprezzo e la cieca estirpazione di innocenti considerati "erbacce", ma risorto grazie all'impegno profuso nel padroneggiare un'arte che è tutto l'opposto, ovvero dedizione maniacale e quasi genitoriale alle piante durante la loro crescita, rigore geometrico e continuo studio infuso di passione e venerazione. La storia d'amore che parte come un rapporto tra maestro e allieva e come occasione di espiazione dei propri peccati diventa l'elemento salvifico (già visto in "American Gigolò" dello stesso regista/sceneggiatore) che porterà Narvel a perdonare sè stesso e ad aprirsi finalmente ad un futuro non più interdetto dalle ombre del passato, in un finale di rara, struggente speranza. Oltre a regia e sceneggiatura ottime, sono da sottolineare la bella fotografia di Alexander Dynan e la validissima colonna sonora di Dev Hynes, oltre alle prove recitative superlative del già citato Joel Edgerton, della grande Sigourney Weaver e della giovane Quintessa Swindell.
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