Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Il grande pregio di “The Whale” è quello di sostituire la staticità teatrale (male atavico del cinema) del testo di partenza (l'omonima opera teatrale del 2012 scritta da Samuel D. Hunter), con un impianto tesissimo, quasi da thriller. Un film emozionante, dolorosissimo, nel quale Aronofsky mette in scena la propria concezione laica della fede (una ricorrenza di quasi tutta la sua filmografia), intrappola il corpo eccessivo, ridondante e deforme del protagonista (Brendan Fraser straordinario e giustamente premiato con l’Oscar) in un formato 4:3 che lo schiaccia, lo comprime, lo confina esasperandone l’ingombro.
A volte le metafore messe in campo possono sembrare semplicistiche, ma il film vive di un’efficacia e di una frontalità a tratti implacabile che lo rendono avvincente e commovente fino ad un meraviglioso finale trascendentale.
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