Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
un film straziante e anti- conformista: il regista usa come pretesto la sofferenza del protagonista per mettere in scena un'opera mondo sull'esistenza. Aronosfky aveva già diretto film in cui la storia passava in secondo piano e qui firma il suo capolavoro.
Un film straziante e anti- conformista: il regista usa come pretesto la sofferenza del protagonista per mettere in scena un'opera mondo sull'esistenza. Aronosfky aveva già diretto film in cui la storia passava in secondo piano e qui firma il suo capolavoro. Ci sarebbero un'infinità di chiavi di lettura da analizzare; il martire che incarna i mali della società, il ruolo egemone del capitalismo negli U.S.A, la totale sfiducia nei confronti del sistema e delle istituzioni, ma facendo la stesura di questa recensione, mi preme porre il focus sul tema della sincerità contro la digitalizzazione. L'opera del regista è decisa nello scagliarsi contro insincera blandizia, la quale i tempi 3.0 moderni possono scatenare: il protagonista (insegnante) esorta i suoi alunni a scrivere tesine vere, dove emergano le emozioni provate dagli studenti. Quando Fraser scaglia il PC contro il muro dopo essersi mostrato al pubblico ed aver superato il suo 'difetto' fisico, è una scena cardine, in cui Aronofsky affonda la sua critica all'omologazione dei social (tutti devono essere perfetti fisicamente e vuoti dentro). Cionondimeno, a essere bersagliato è anche il finto l'altruismo volto a ringalluzzire il proprio ego (il protagonista è l'unico che non vuole pesare agli altri, cercando disperatamente di salvare il mondo attraverso la propria coscienza di sé), nonché all'eterno ritorno dell'eguale dove è più importante fare il compitino per fare carriera e risaltare in una società di plastica e svuotata, piuttosto che rischiare e far valere le proprie idee per cambiarla. A tutti gli effetti ci troviamo di fronte a un film politico in cui realtà (la storia dell'attore) e fantasia (Moby Dick) si mescolano, congiungendosi nel finale sapientemente orchestrato dal regista, trattasi sempre di un film d'autore da gustare per le sue intuizioni registiche. Un attimo fuggente rovesciato, dove tutti si salvano da soli apparentemente e chi è intorno al protagonista si rende conto grazie a lui che l'essere umano non può odiare e nei tempi del social, recuperare quel moto romantico sarebbe cosa buona e giusta.
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