THE WHALE, film potente, dai pochi personaggi protagonisti e dalla sceneggiatura non originale, contiene pochissimi (forse uno solo) colpi di scena e numerose ed evidentissime metafore, attraverso le quali, fin dalla primissima scena centrata sul nero dello schermo di una webcam a quella candida (bianco lucente!) del finale, la narrazione procede abbastanza spedita tra due giorni della settimana non casuali di una settimana ancor meno casuale.
In THE WHALE si "gioca" con i colori, o forse meglio con i non colori, che i colori stessi li comprendono o annullano tutti.
In primo luogo, il nero, ovvero ciò che oscura e abbruttisce la nostra vita in vari modi, soprattutto rovinando e deformando sia il nostro corpo sia la nostra volontà (nessun protagonista è immune da questo abbruttimento).
Per questo, proprio dietro lo schermo nero (è lì che bisogna cercarlo, o forse meglio svelarlo!) potrebbe comparire il bianco, ovvero l'aggettivo che caratterizza meglio la balena del titolo del film e ancor di più il capolavoro (?) di Melville, ovvero il colore per eccellenza della ricerca della bellezza e del candore.
Forse... in questo film da vedere se amate gli schiaffi in faccia e la poca reticenza... è un po' come quando si entra in una sala cinematografica buia.
Forse... un omaggio/riflessione sul cinema stesso... il nero nasconde, secondo Aronofsky, le sorprese più tragiche ma allo stesso tempo significative che possiamo raccontare.
Buona visione.
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