Tarek, 17enne romano di origine orientale e d'indole bonaria, sta aspettando un treno che non arriverà mai. Gli amici lo stanno aspettando per una festa e, dopo averlo sollecitato a farsela a piedi, lo obbligano a comprargli della marjuana. Ma, all'atto dell'acquisto, sarà sequestrato da un sedicente poliziotto che lo obbligherà a trascorrere una notte fantasma.
Il regista Fulvio Risuleo (classe 1991), anche autore del soggetto e della sceneggiatura, è un millenial che ha assorbito molto bene la lezione di baby boomer come Walter Hill, Abel Ferrara e Martin Scorsese. E in questo film la utilizza con eleganza e una "maturità" che fanno riconsiderare, ancora una volta, il peso dell'età dell'anima su quella biologica.
Tante le tematiche in ballo: la disperante solitudine metropolitana, il rapporto dialettico servo-padrone (dove il padrone si scopre servo del servo), la ricerca del calore umano sotto la pelle indurita da una vita che trita ogni speranza di bellezza. E non c'è riparo.
Edoardo Pesce, più bravo del solito, ha l'età di Gassman quando girò il Sorpasso, sembra irrilevante, ma chi vedrà il film capirà, con lui la rivelazione Yothin Clavenzani, giovane spalla che finisce col prendersi tutta la scena, per sottrazione.
Il film può contare, inoltre, su una Roma notturna, esaltata dalla bella fotografia di Guido Mazzoni, tagliata da movimenti di macchina precisi e percorsa da dialoghi asciutti. Funzionali le musiche stranianti di Francesco Rita, e straordinario il montaggio di Ilenia Zincone.
Presentato alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, sezione Orizzonti Extra.
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