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The Son

Regia di Florian Zeller vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Son

di obyone
7 stelle

 

Hugh Jackman

The Son (2022): Hugh Jackman

 

Venezia 79. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

L'eclettico francese Florian Zeller ci ha preso gusto con il mestiere di regista e così, dopo il successo affatto scontato di "The Father" tratto dall'opera teatrale "Le père", ha prodotto e messo in scena per il grande schermo la seconda pièce appartenente alla trilogia dedicata alla famiglia che egli scrisse e portò in tournée nei teatri francesi tra il 2010 e il 2018. "The son" è tratto da "Le fils" e come il precedente lavoro indaga i rapporti umani tra genitori e figli. 

Peter (Hugh Jackman) ha divorziato da Anne (Laura Dern) e si è risposato con la giovane Beth (Vanessa Kirby) con la quale ha avuto un figlio.

Nicholas (Zen McGrath), nato dal primo matrimonio ha preso male il divorzio dei genitori ed il doppio tradimento consumato del padre che ha abbandonato entrambi per una donna più giovane. Quando Anne avverte l'ex marito che il figlio adolescente ha marinato la scuola e si è ritirato in se stesso lancia una richiesta d'aiuto che Peter non può ignorare. Costretto a mettersi in discussione come genitore egli decide di ospitare Nick in seno alla nuova famiglia. Il ragazzo cambia scuola e per un po' tutto si sistema. La realtà, invece, è una bugia che nessuno sembra in grado di carpire, un tizzone ardente che cova sotto la cenere calda.

 

Zen McGrath

The Son (2022): Zen McGrath

 

Florian Zeller ha diretto un dramma con tutti i pregi e i difetti derivanti dalla sua origine teatrale. La maggior parte del film è ambientato in interni (l'abitazioni di Peter su tutto), scelta che accentua la sensazione di soffocamento del giovane Nicholas e l'impotenza dei genitori di fronte ai suoi comportamenti. Limitato lo spazio alle confortevoli dimore della borghesia americana il film esprime il suo massimo potenziale nella recitazione degli attori che occupano Io spazio fisico del set trasformandolo in un ricettacolo di emozioni contrastanti. Jackman, Dern e Kirby sono molto abili nel tradurre lo smarrimento degli adulti di fronte alle avversità che si insinuano nella perfezione dei loro ambienti. La madre di Nicholas si sente messa da parte su tutta la linea, prima dal marito e poi dal figlio, mentre Peter cede alla frustrazione per una ruolo, quello di padre, che non riesce a "recitare" pienamente nonostante l'affetto provato per il ragazzo. Beth svolge la funzione di ponte fintantoché i problemi insormontabili tra padre e figlio la inducono a ricalibrare il proprio apporto alla disputa familiare e abbarbicarsi dietro al suo acuito istinto materno. Bravo il giovane McGrath che da sfogo al malessere del suo personaggio con zelo e senza troppi isterismi. La recitazione è calibrata e i dialoghi asciutti nonostante il tema delicato e una conclusione che inevitabilmente vira verso risvolti cupi e drammatici.

 

Hugh Jackman, Laura Dern, Zen McGrath

The Son (2022): Hugh Jackman, Laura Dern, Zen McGrath

 

"The son" è, dunque, un drammone piuttosto misurato che trova spazi per investigare la ripetitività e l'ipocrisia di alcuni comportamenti che i figli tendono a demonizzare ma che finiscono per ripetere, forse inconsciamente, quando diventano genitori a loro volta. La sequenza migliore del film è lo scambio di battute, piuttosto teso, tra Peter ed il vecchio padre che gli fa notare tutta l'ipocrisia del suo atteggiamento. Anthony Hopkins, già protagonista in "The Father" si impadronisce dello schermo ed in pochi minuti smonta le velleità recriminatorie del figlio svelandone le ambizioni politiche ed il rancore che egli avrebbe provato nel dovervi rinunciare per accudire il malandato Nicholas. Lo scambio di accuse tra i due uomini tra rivendicazioni al diritto di essere figli con un padre presente e quelle alla carriera lavorativa e al successo personale si scontrano in un duello verbale che mette in luce le debolezze della parte accusatoria. Molto tesa la parte finale con il ricovero e le successive dimissioni in cui l'emotività dei personaggi diventa palpabile.

 

Hugh Jackman, Vanessa Kirby

The Son (2022): Hugh Jackman, Vanessa Kirby

 

Grandi interpreti, tensione tangibile ed una rappresentazione realistica degli eventi non riescono tuttavia a cancellare quel senso di perplessità che invade la casa di Peter all'apertura della rastrelliera. Quando in casa c'è un alcolista a farne le spese per prime sono le bottiglie. Una famiglia ricca, istruita e borghese dovrebbe avere le "armi" necessarie per evitare che si consumino certe tragedie. Il pre finale, già svelato da tempo sembra, dunque, piuttosto inverosimile per non dire assurdo. Un espediente spettacolare e rapido per raggiungere il massimo risultato, quanto a pathos, che ha risolto a mera messa in scena il brillante lavoro precedente di caratterizzazione dei personaggi. 

La fragilità emotiva che il finale libera nelle lacrime torrenziali del padre è quanto più vicino ad una richiesta di riconciliazione col figlio. Un passaggio emozionante e finalmente liberatorio che abbaglia lo spettatore e lo mette in pace con la figura di Peter. 

 

Hugh Jackman

The Son (2022): Hugh Jackman

 

 

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Ultimi commenti

  1. supadany
    di supadany

    Da adesso, in riferimento all'apprezzamento del film, Port cros può sentirsi meno solo.
    :D
    Lo tengo in lista, anche se non in primissima fila, un regista che dirige un film come "The father" non può che essere seguito anche se non mi sarei mai aspettato un trattamento generale così severo (comunque sia, capisco quali siano i fattori discriminanti).
    Insomma, tu e Fabio mi date un barlume di speranza.
    ;-)

    1. obyone
      di obyone

      In realtà Simone (IlGranCinematografo), che l'ha visto a Venezia, gli ha dato un voto superiore al mio. Fabio (alansmithee) so che non ama molto i film "sdolcinati" quindi aveva poche chance a prescindere. L'altro votante veneziano ha il suo metro che rimane costante. Direi che il film che a Fabio (port cros) è piaciuto molto gli si possa dare una possibilità. È un film d'attori (famosi) e questo rimane il suo punto di forza. Quanto a me parto sempre positivo. Sarà che ne vedo pochi e quasi mai sono io a scegliere. Quindi spesso ho anche basse aspettative. Insomma il 3/4 delle volte vedo quello che passa il convento. :-)

      PS: The father non l'ho mai visto ma anche lì ho avuto l'impressione di un film buono ma tutto sommato classicheggiante e fatto su misura per gli americani e per i premi. Ma è solo un'impressione dovuta alle letture fatte qui e altrove

    2. supadany
      di supadany

      Diciamo che ho citato il buon Fabio per sottolineare come il film sia stato accolto malamente (ho rispolverato il daily di Ciak e ho visto che era finito al terz'ultimo posto tra i film del concorso).
      :)
      Ovviamente, gli darò una chance, se in sala o in seguito dipenderà dall'offerta (adesso tocca a "Decision to leave" e a "Gli spiriti dell'isola", a breve a "The whale", devo vedere se riesco a incastrarlo), d'altronde considero "The father" un'opera di alto livello per come ha ispezionato e sviscerato la malattia e le ripercussioni che provoca (quindi ti consiglio di recuperarlo se ti capita a tiro nel momento giusto).
      ;-)

    3. obyone
      di obyone

      Penso di non averlo nemmeno guardato il riepilogo dei voti sul Daily di quest'anno. Comunque per dirla tutta non ho quasi mai trovato corrispondenza tra i miei gusti e quelli espressi dalla critica, che poi a guardar bene sono due mondi diversi se è italiana o straniera. Ah ah!
      Hai una bella scaletta. Spiriti dell'isola a parte gli altri due non credo che lambiranno i lidi della provincia veneta. Troppo d'essai purtroppo. In due cinema nemmeno uno che abbia proposto le streghe irlandesi e Everything everywere and all at once (nonostante una badilata di nominaton). Io sono messo così. Buon divertimento. Vedrò di recuperare The Father in streaming.
      :-)

    4. supadany
      di supadany

      Ormai so che dalle tue parti marca male per le opportunità di visione.
      :(
      Qui da me, in un modo o nell'altro, per settimane o solo per un paio di spettacoli, transita praticamente tutto, anche quei documentari che escono in una manciata di sale (anche se magari arrivano dopo svariate settimane).
      Anche adesso che ha chiuso una multisala in centro (è ubicata dentro un centro commerciale di circa 150 negozi che attualmente è chiuso ed è stata l'ultima attivatà grossa a chiudere), d'altronde un piccolo cinema d'essai (dove molti critici di Filmtv - in primis Feole e Martini - passano spesso per introdurre i film) è stato appena ristrutturato passando da essere un monosala ad avere due schermi e un altro vecchio cinema del centro storico chiuderà in primavera per riaprire entro Natale con tre schermi.
      Quindi, c'è sempre una speranza per il futuro ;-) quantunque qui da me noto sempre un'affluenza nettamente superiore ai dati nazionali (per dire, la maghella ha visto "Bussano alla porta" con soli altri due spettatori, io alle 15 del sabato pomeriggio ne ho contati una cinquantina) e ovviamente, come per ogni forma di commercio, è sempre una questione di domanda/offerta (anche se so che talvolta è un gatto che si morde la coda).

    5. obyone
      di obyone

      Beato te! Io vivo in un paesino incastonato tra due grossi da 25000 abitanti ciascuno in un una valle il cui bacino di utenza è pari a quello di una piccola città. Eppure ci sono due soli cinema. Il primo, una micro multisala dove fanno solo ed esclusivamente commercialate (che molto spesso nemmeno vanno a classifica) e un parrocchiale vecchio e stantio in cui vado perché propone qualche titolo raro durante il cineforum. Ma in sostanza fa poco. Comincia a novembre e ad aprile dà il saluto per le vacanze estive. Nessuna speranza di ammodernamento e ristrutturazione in vista. Ma del resto ho parlato con una dell'ACEC e mi diceva che stanno pregando le sale parrocchiali di non abbassare le serrande per sempre per cui proporre rinnovamenti strutturali è chiedere troppo. Naturalmente c'è più fermento in città ma anche qui in ordine sparso. Vanno bene i due cinema d'essai (uno parrocchiale e uno comunale) mentre a settembre ha chiuso baracca il multisale del centro. Immagino farà una brutta fine come tutti i cinema del centro chiusi negli ultimi 20 anni. Il comunale si è rinnovato e ha aperto una micro sala da affiancare a quella principale. Se ti capitasse di visitare Vicenza il cinema Odeon è la più antica sala italiana ancora in attività ed ha il suo fascino essendo ricavata da un chiesa.
      Su Ferrara, invece, il cinemino di famiglia prospera anche perché il comunale dove transitava parecchia roba buona è chiuso per ristrutturazione. Un restauro che durerà a lungo visto che si vocifera che la ditta appaltatrice sia fallita. Niente di nuovo insomma. Spero da voi vada meglio con il restauro della sala cittadina. A causa di ciò moltissimi film in città a Ferrara non transitano più. Una sala in più conta moltissimo.

      PS: visto che puoi vedere tutto a Brescia vai a vedere il Leone d'Oro per me. :-)

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