Regia di John Frankenheimer vedi scheda film
Assumere una nuova identità, rifarsi i connotati, iniziare un’altra vita, sono illusioni passeggere destinate a dissolversi in un turbine di dubbi, paure e angosce. Le lacerazioni interiori permangono… purtroppo.
“Seconds” (da un romanzo di David Ely) è un allucinante viaggio kafkiano, in cui Frankenheimer riprende il mito di Faust inserendolo in una cornice fantascientifica dalle forti tinte horrorifiche. Un costante stato ansiogeno avvolge spettatore e personaggi in un labirinto disperato in cui sembra mancare spesso l'ossigeno. Un persistente senso di paranoia e claustrofobia ci imprigiona in interni sempre più minacciosi, ai quali Frankenheimer conferisce ancora maggior vigore con un “mefistofelico” montaggio frammentato, condito da inquadrature strette ed oblique. Poche volte si sta all'aria aperta e solamente in una manciata di sequenze (sulla spiaggia) lo spazio si apre. Per un attimo pare quasi di poter respirare a pieni polmoni; ma è soltanto una sensazione illusoria, come lo è quella del fu Arthur Hamilton di iniziare una nuova vita...
Frankenheimer dimostra di essere lontano anni luce dalla “solita” Hollywood. Questo suo camaleontico “Seconds” ricorda, semmai, quelle deformazioni spaziali stile “Arkadin” o il lavoro sui corpi in “Faces” di Cassavetes. La mdp si dimena nevrotica a destra e a manca, tra bruschi movimenti e inquadrature rapidissime, senza però disdegnare brevi momenti di stasi con macchina fissa e notevole profondità di campo.
Imperdibili i titoli di testa (di Saul Bass!) tra distorsioni di occhi, bocche e orecchie.
Pietrificante il finale... urlato...
8,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta