Regia di Gianni Di Gregorio vedi scheda film
"Il preeete!"
Probabilmente “Astolfo” è il film più “fantasy”-naïf (“Gianni e le Donne”, “Buoni a Nulla”) e al contempo maggiormente iperrealistico (“Pranzo di Ferragosto”, “Lontano Lontano”) di Gianni Di Gregorio, che qui, oltre a dirigerlo e interpretarlo, lo scrive, come per il precedente, con Marco Pettenello (sodale collaboratore di Carlo Mazzacurati, dal 2000, e Andrea Segre, dal 2010, e poi “il Comandante e la Cicogna”, “Zoran, il Mio Nipote Scemo”, e, con Antonio Padovan, “Finché c’è Prosecco c’è Speranza” e “il Grande Passo”), cambiando per l’occasione il direttore della fotografia, passando da Gian Enrico “Gogò” Bianchi a Maurizio Calvesi (Caligari, Faenza, Andò, Spada), e, come sempre, il distributore, che in questo caso è Lucky Red, e confermando il montatore Marco Spoletini, i musicisti (Stefano) Ratchev & (Mattia) Carratello e il produttore Angelo Barbagallo (con, oltre alla sua BiBi Film: Rai Cinema, le Pacte, Canal+, MiC - ex MiBACT -, Regione Lazio e Unione Europea).
Il girotondo d’amore da fermi (con sullo sfondo, in primissimo piano, dopo il prologo capitolino: Artena, Valmontone, Montenero di Bisaccia, Vasto e Torri in Sabina), il duello con loro stessi, fra l’alter ego dell’autore & protagonista e il personaggio interpretato da Stefania Sandrelli – per dirla col Philip Roth (a proposito di alter ego) di “the Human Stain”, che qui cito a memoria: “Non è stato il mio primo amore, non è nemmeno il mio più grande amore, ma di sicuro sarà il mio ultimo amore...” –, è d’una “perfezione” rohmeriana: struggente la di lei frase pronunciata a guisa di alibi: "È che io finora ho fatto tutto bene, e allora...".
A completare il cast, oltre all’Alfa Romeo Spider Duetto Aerodinamica Rossa, vi sono, tra i fuoriusciti (o, meglio, i dentroentrati), l’eduardiano Gigio Morra (“Sogni d’Oro”, “Gomorra”, “Bella Addormentata”, “Qui Rido Io”), l’odontotecnico-pasoliniano Alberto Testone (“Fatti Corsari”) e Mauro Lamantia, e poi Agnese Nano ("Nuovo Cinema Paradiso", "il Regno", "l'Alligatore") e un altro grande teatrante qual è Alfonso Santagata (“Palombella Rossa”, “Pranzo di Ferragosto”, “Gomorra”, “Noi Credevamo”, “Gianni e le Donne”, “la Città Ideale”, “l’Intrepido”, “le Ultime Cose”), e a chiudere i malefici statal-ecclesiastici Simone Colombari (il Sindaco) e Andrea Cosentino (il Prete).
E a tal proposito, il disprezzo atavico (e giustificatissimo) col quale Gianni/Astolfo pronuncia le parole “Il preeete!”: come si fa a non amarlo?
Che… Dio ce lo conservi.
* * * ¾ - 7.5
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