Regia di Abdellatif Kechiche vedi scheda film
Tunisino immigrato clandestinamente a Parigi, si spaccia per rifugiato algerino. Conosce una bella “beur” che lo pianta all’altare, poi finisce in clinica psichiatrica dove si innamora di una ninfomane con cui tenterà di rifarsi una vita. Il finale è tragico, ma appiccicato, come a bilanciare due ore aggraziate e consolatorie. Una volta c’era il “neorealismo rosa”, ma questo è ancora più rosa. Schermaglie perfette per un Sautet, solo trasposte in un ambiente di marginali. Il regista non pare avere grande forza di sguardo, e fa un uso piuttosto cinico degli attori. Se la Bouchez è sacrificata, il protagonista Bouajila ha un’aria simpatica, la beur Aure Natika è una breve presenza travolgente.
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