Regia di Gianfranco Baldanello vedi scheda film
Jack sottrae il bottino di una rapina ai suoi cinque complici. Questi, con furia disumana, lo ritrovano e torturano, innescando in lui un potentissimo desiderio di vendetta.
Dopo un lungo apprendistato come aiuto regista in pellicole popolari (melodrammi, cappa & spada, peplum….) durato dall’inizio degli anni Cinquanta alla metà del decennio successivo, Gianfranco Baldanello passò in prima persona dietro la macchina da presa con 30 winchester per El Diablo, uno spaghetti western del 1965. Soprattutto in quel genere si prodigò – senza peraltro distinguersi granché dalla massa di colleghi mestieranti – negli anni seguenti, licenziando fra gli altri anche questo Black Jack, lavoro dalla trama piuttosto violenta nel segno della tradizione lanciata all’interno del filone dal Django di Sergio Corbucci uscito nel 1966. I mezzi a disposizione sono evidentemente limitati, l’inventiva è appena sufficiente per mettere in scena l’ennesima storia di (atroce) vendetta a suon di pistolettate; la sceneggiatura di Luigi Ambrosini (anche soggetto), Augusto Finocchi, Mario Maffei e di Baldanello stesso non brilla per originalità o imprevedibilità, ma si sa che la macchina del cinema italiano dell’epoca produceva a raffica anche titoli di questo calibro, destinati quasi sempre a recuperare i loro minimi costi e perfino a guadagnare, grazie al passaparola e alle numerose sale di provincia. Nel cast: Robert Woods, Rik Battaglia, Mimmo Palmara, Lucienne Bridou, Fredy Unger, Larry Dolgin, Ivan Scratuglia, Federico Chentrens e Nino Fuscagni. 2,5/10.
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