Regia di Juraj Lerotic vedi scheda film
Il film più cupo di Locarno 75 è questo Sigurno mjesto (Safe Place), dalla Croazia, sulla carta atto d’accusa contro una società indifferente (triste che diventi uno stereotipo quando si parla di un film balcanico), nei fatti anche una tremenda esplorazione delle ultime 24 ore di vita del fratello del regista, Damir, malato di paranoia maniacale e morto suicida. Il film procede glaciale a inseguire il fratello (il regista) e sua madre, mentre tallonano a loro volta Damir fra ospedali e stazioni di polizia, fra Zagabria e Split, fra strade e edifici abbandonati, fra immagini e inquadrature attaccate ai volti e predisposte a lasciare intuire poco degli spazi intorno ai protagonisti, a loro volta spezzati e incasellati tra muri, stipiti, ombre, riflessi. In alcuni momenti il film prende pure una piega surreale, addirittura metacinematografica, ma senza mai frammentare il suo respiro freddo e cruento. E mentre il dramma cresce silenzioso in angoscia, e rarissimi campi larghi raccontano di un agghiacciante senso di perdita, Damir dimostra sempre meno percezione razionale della realtà, mentre suo fratello e sua madre cercano di reagire razionalmente a ogni evento e ogni colpo di scena. Il finale tragico, lasciato fuoricampo ma attraversato da un breve urlo atroce, è forse uno dei momenti più violenti e abissali del cinema balcanico degli ultimi anni.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta