Regia di Valentina Maurel vedi scheda film
Il film d’esordio di Valentina Maurel è incentrato su un delicato rapporto padre-figlia dal punto di vista della figlia, Eva, sedicenne introversa che preferisce stare con suo padre e non con sua madre, nonostante il padre sia un uomo violento e a volte incontrollabile. Il film si fonda sul conflitto interiore di Eva, fra l’affetto nei confronti del padre e l’odio che gli riserva quando lui esplode in atti aggressivi, il tutto incorniciato dallo sbocciare della sessualità della ragazza. Maurel predilige camera a mano e montaggio molto standard, vagamente ellittico in qualche imprevedibile istante ma fondamentalmente cauto, attento ad assecondare i suoi personaggi, forse troppo invisibile, al confine con l’anonimato. Ed è forse questo il problema del film, confondere delicatezza con accademismo e piattezza. Peccato, perché sono alcuni tra i ritratti psicologici più interessanti del concorso di Locarno 75.
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