Regia di Aleksandr Sokurov vedi scheda film
Presentato l’anno scorso a Locarno, e tuttora visibile in alcune sale italiane è questo "Fairytale - una fiaba", l’ultima pellicola di Alexandr Sokurov, curioso film di soli 78 minuti, collage di documenti fotografici e spezzoni di filmati d’archivio sugli uomini più potenti del ‘900.
La pellicola, che non è, né vuole essere, un documentario, è soprattutto una fantastica rappresentazione – per lo più attraversata di ironica intelligenza – sulla banalità e sulla meschinità del potere, che idealmente ci riconduce ai temi cari al regista, alla sua “tetralogia”, ma anche ad “Arca Russa”, di cui sembra riproporre, in altra forma, il carattere sperimentale e a “Francofonia”, ovvero a tutti i suoi film politici che precedono quest’ultimo.
I personaggi del film, questa volta, sono Adolf Hitler, Benito Mussolini, Yosef Stalin, Winston Churchill, oltre a Napoleone Bonaparte, che per brevi momenti compare sullo schermo.
Sokurov immagina che le loro anime ectoplasmatiche si muovano in uno spazio strano – esplicitamente viene evocato Dante e la sua Commedia e richiamate le illustrazioni di Gustave Doré – sorta di purgatorio fantastico che ha come sfondo antiche acqueforti dei paesaggi e delle rovine (Goya, Piranesi) le cui nettissime incisioni perdono i propri contorni, confondendosi nella nebbia o improvvisamente illuminandosi di lampi accecanti o di sprazzi di colore.
Per quanto spropositato e crudele fosse stato sulla terra il potere di Hitler di Mussolini e di Stalin, ora essi si aggirano alquanto smarriti, nell’attesa del giudizio dell’Essere che deciderà del perdono o del castigo. È in attesa della salvezza, anche Gesù, malato e afflitto dal peso dei peccati del mondo che ha voluto assumere su di sé e che lo stanno schiacciando.
Il regista-sceneggiatore che, come ho detto, ha utilizzato solo materiali d'archivio, ha scritto i dialoghi surreali del fim e ha dato vita a personaggi le cui "imprese" antiche si rivelano ridicole e vanagloriose esibizioni muscolari, le cui voci stentoree diventano confusi balbettii e l’esercizio del potere mostra la sua meschinità banale, mentre Churchill, l’unico potente non del tutto odioso (ma colonialista imperdonabile), aspetta istruzioni dalla regina...
Una fiaba? Certo, un'opera "fantastica" d'autore, a tratti quasi comica; molto seria, tuttavia: il regista ha meditato a lungo anche sull'ultimo periodo della storia russa, sulle guerre recenti e sulle ambizioni autoritarie e censorie dei dirigenti politici di oggi, come - intervistato a Locarno* - ha egli stesso confermato.
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