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Padre Pio

Regia di Abel Ferrara vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Padre Pio

di obyone
6 stelle

 

Shia LaBeouf

Padre Pio (2022): Shia LaBeouf

 

Venezia 79. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

L'ultima fatica di Abel Ferrara, quel Padre Pio a cui gli italiani vogliono un gran bene ma che in egual misura suscita nei fedeli soggezione e timore reverenziale, se non puro scetticismo, è destinato, probabilmente, ad ingenerare polemiche sia per la rappresentazione del santo sia per il punto di vista adottato nel raccontare la storia. Non che vi siano state plateali dimostrazioni di intolleranza durante o dopo la visione o un deflusso particolarmente copioso. Ho percepito, piuttosto, un certo distacco, un atteggiamento insolito nei confronti di un autore incendiario e poco incline al compromesso visivo e narrativo come Ferrara. Il cinema di Abel Ferrara è fatto di tematiche forti, immagini eccessive e spesso urta la sensibilità dello spettatore. Ma è probabile che il suo cinema si sia edulcorato con gli anni e che quanto ricordiamo della sua arte sia ancorato ad un passato lacerante e maledetto mitigato dalla maturità. È probabile che i suo ammiratori siano rimasti interdetti quanto il plotone d'esecuzione che sperava di trapassarne il petto con la baionetta, rimanendo, invece, dopo la visione senza colpi nella canna del fucile. È altrettanto plausibile che siano state altre questioni a raffreddare l'accoglienza riservata a questa (ennesima) versione di Padre Pio. Iniziamo col dire che Abel Ferrara abita in Italia da tanti di quegli anni che non avrebbe creato scandalo alcuno l'adozione dell'italiano. Anzi, direi che sarebbe stato opportuno ingaggiare attori in grado di recitare in dialetto pugliese visto che la storia narrata, quella dell'eccidio di San Giovanni Rotondo, risale al 1920 in una Puglia, povera, ignorante e contadina. Per questioni di padronanza della lingua e se vogliamo di mercato il regista italoamericano ha preferito l'inglese, opzione linguistica che è risultata inevitabile all'annuncio, in sede di casting, di Shia LaBeouf per vestire il saio del cappuccino. Concesso che l'inglese possa consentire una maggior penetrazione nei mercati esteri c'è da chiedersi se, a quel punto, non fosse più coerente la scelta di una cast anglofono da affiancare a LaBeouf. A mio parere si. La produzione ha preferito, a contrario, un cast di attori e attrici italiani che recitasse in inglese. Immagino per questioni di budget. Un pastrocchio. Allo sconcerto dello spettatore nostrano credo si possa aggiungere quello del pubblico anglofono di fronte alla storpiatura della propria lingua, alla cadenza e alla pronuncia italica. Per motivi di scarsa aderenza al contesto culturale e linguistico il film, a mio avviso, non ha funzionato a dovere. Alcuni attori erano in evidente difficoltà nella padronanza dell'inglese e certe scene meritavano di essere rigirate. Emblema di tali difficoltà i discorsi del padre superiore. La parte dedicata al contesto politico e sociale è quella che ha sofferto maggiormente le scelte produttive. A contrario la parte dedicata al santo di Pietrelcina è stata senza dubbio la più interessante ed oggettivamente accattivante. "Padre Pio" è un film a due velocità in cui, non avrei mai pensato di doverlo dire, è proprio Shia LaBeouf a farsi notare per qualità di recitazione.

Qualche anno fa lessi una biografia su Madre Teresa e fui abbastanza sconvolto da un concetto che influenzò in negativo la vita della madre: il silenzio di Dio. Dopo la chiamata la suora si trovò ad anelare, invano, ulteriori manifestazioni divine che non arrivarono lasciandola cadere in uno stato di mistica prostrazione. L'esistenza della Santa era ammantata di buio e solo il lavoro ed il soccorso prestato ai bisognosi riusciva a lenire il suo male inferiore.

  

Roberta Mattei

Padre Pio (2022): Roberta Mattei

 

"Il silenzio di Dio" che mi lasciò sgomento allora ritornata in questa rappresentazione dolente e rabbiosa della vita di Padre Pio secondo l'apocrifo punto di vista del regista americano. LaBeouf la rende credibile lavorando sulla propria fisicità. Ferrara si sofferma sulle sofferenze spirituali del frate tentatreenne che sopporta lo stesso vuoto della Madre di Calcutta. Il silenzio di Dio è opprimente quanto la voce del demonio che si appropria degli incubi del religioso assumendo, di volta in volta, la fattezza di corpi nudi, uomini dal volto effeminato e laceranti sensi di colpa che scaturiscono da violente disquisizioni filosofiche e teologiche. Il travaglio interiore del frate di Pietrelcina è reso in maniera esemplare nell'oscuritá della cella tinta dai rossi bagliori dell'inferno. Colpisce dunque l'idea di questo uomo di chiesa abbandonato da Dio ed implorante la pietà dello spirito e quella dei confratelli che assistono alle sue battaglie col demonio. Il discorso, così ben strutturato, intorno alla figura mistica di Pio si intreccia per tutta la durata del film con le questioni politiche: il ritorno a San Giovanni Rotondo dei reduci, la nascita del movimento socialista, la reazione fascistoide a tale nuova presenza politica che culmina nelle elezioni amministrative e nel successivo spargimento di sangue. La seconda linea narrativa presenta quei problemi di credibilità di cui si accennava in precedenza. Manca anche la connessione tra le tensioni del volgo e quelle morali che da sempre contraddistingono il regista, quelle tensioni che Ferrara riesce ad esprime con maggior trasporto nelle notti oscure del frate francescano. Le questioni politiche sono trattate in maniera fin troppo grossolana con ciò perdendo di afflato rivoluzionario e civile. "Padre Pio" è dunque un'operazione difficile da valutare. Raggiunge la sufficienza per sommatoria di opposti risultati. Il finale, però, è da brividi, tra horror e poesia, con il Cristo che abbandona il legno consolatorio della Croce per cingere il petto del figlio suo divorato dal peccato e dalle colpe. Senza che costui se ne accorga perché l'umanità è cieca al vuoto del crocefisso ed insensibile all'abbraccio fraterno dell'amore di Dio. Sufficiente ma si poteva fare meglio.

 

scena

Padre Pio (2022): scena

 

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