Una brutta avventura sulle Montagne Rocciose, terminata con la morte di un esperto scalatore sotto gli occhi della atterrita fidanzata Becky e di una spericolata amica dei due, spinge la prima delle due ragazze a ritirarsi dal praticare quegli sport estremi.
Mesi dopo, l'amica disinvolta la ricontatta e le propone una sfida che potrebbe ridestare la ragazza da una depressione che ormai la sta annullando moralmente e psicologicamente. Oltre a ciò la giovane potrebbe avere l'opportunità di spargere in luogo degno le ceneri del suo defunto compagno.
La sfida consiste nello scalare una altissima ed esile torre in avanzato stato di degrado, piazzata in mezzo al deserto in un luogo non identificato negli Usa. Ad una altezza di circa seicento metri, le due ragazze rimarranno bloccate dalla improvvisa caduta della scala in prossimità del tratto finale. Senza campo per poter comunicare con l'esterno, con un drone senza batteria, ed avvoltoi minacciosi ad un orizzonte sempre più ravvicinato, senza cibo né acqua, le due giovani dovranno lottare per resistere ad una sfida che si rivela ancora più insidiosa di quella che le coinvolse tragicamente in precedenza.
L'esperto di film action non proprio indimenticabili come Bus 657 (2015) e Final Score (2018), Scott Mann, dirige un survival movie improntato tutto a travasare sullo spettatore l'adrenalina da vertigine che la situazione suggerisce e provoca.
E, da quel punto di vista, Fall può dirsi realmente riuscito, perché l'emozione dell'alta quota e della conseguente sensazione di capogiro che gli eventi suggeriscono, diventa nello spettatore una sensazione impellente, quasi stordente.
Ciò che proprio non funziona è la struttura dei dialoghi, banalissimi e tendenti a dar risalto ad una melodrammaticità puerile che sa di stucchevole, tanto più quando la situazione finisce per inoltrarsi sui risvolti fedifraghi che si sono creati tra i tre scalatori, o quando il dialogo cede al pietismo di un rapporto padre-figlia davvero degno di una soap opera.
Se poi vogliamo dire tutto, c'è anche un clamoroso errore di scrittura che si verifica nel momento in cui, caduta la scala in modo evidente e fragoroso nella parte alta della torre, una delle due amiche si finge poco dopo sorpresa del fatto che la stessa non ci sia più.
Un errore o una ingenuità di scrittura che non trovano davvero spiegazioni logiche di sorta, né motivazioni plausibili per lasciar passare l'errore madornale, ma che permette alla storia di utilizzare un escamotage narrativo ove piazzare una sorpresa gratuita ed ingannevole di cui non si sentiva realmente la necessità.
Ecco allora che la voglia di strafare, ed il desiderio di introdurre nella vicenda indagini introspettive invero puerili e degne di una soap di basso livello, portano il film a deragliare completamente, rivelandosi molte volte assai fastidioso e pedante.
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