Regia di Michael Bay vedi scheda film
Eccezionale, spettacolare la messinscena; entusiasmante la fotografia; ammaliante e incantevole la bellezza di Kate Beckinsale; appropriata la recitazione di Ben Affleck e di Josh Hartnett. Questi alcuni tra gli indubbi meriti.
Nella prima parte della pellicola sembra tenersi un atteggiamento, nei confronti della storia, tutto sommato veritiero, gli Americani sembrano addirittura riconoscere i propri errori (cosa, in verità, assai rara per loro). Questo mi ha molto stupito, e il mio entusiasmo durante la proiezione ha toccato vertici altissimi.
Ma ben presto mi sono dovuto ricredere: nella seconda parte, infatti, i protagonisti (Americani e, come al solito, orgogliosi di esserlo) vanno con un pochi aerei – tra l’altro totalmente inappropriati per la missione che dovevano compiere – a prendersi la loro vendetta bombardando i nemici.
Da qui in poi il film si trasforma improvvisamente nel solito, fastidioso e irritante, polpettone filoamericano, di parte e per nulla obbiettivo. L’etica alla base del significato che il film vuole trasmettere è sempre la solita: un uomo, da solo, può fare la differenza e ristabilire l’ordine costituito. E così sarà. Che peccato.
Non c’è nulla, a mio parere, di più spocchioso, irritante e presuntuoso nella sua sicura e spavalda arroganza dell’etica della sopraffazione dell’americano medio, abituato a sentirsi “il migliore”, inattaccabile e invulnerabile, portatore dell’ideologia del “God bless America”.
Questa è la vera tragedia: una nazione che potrebbe dare molto se solo fosse un po’ più umile, se solo – di tanto in tanto – ammettesse i propri errori senza sfalsare il senso della realtà, spostandolo verso fantascientifici orizzonti che con la realtà non hanno proprio nulla a che spartire (vedi, appunto, la seconda parte del film).
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