Regia di Michael Bay vedi scheda film
Il successo del Titanic di James Cameron ha spinto perché si girassero altri film polpettoni, pieni di sentimenti, tragedie, scene madri e lacrime ad ogni risvolto narrativo. Senza trascurare le famose esplosioni ogni cinque minuti della filosofia produttiva di Jerry Brukheimer e il fracassonismo del regista Michael Bay che ha fatto della estetica il suo obiettivo senza raggiungere i trionfi estetici di Tony Scott.
Quello che abbiamo davanti è un giocattolone che riprende uno dei topoi dell’immaginario americano, l’attacco a Pearl Harbor, oggi poco e niente dopo l’11 settembre, per infarcirlo di sentimentalismi patriottici e romanticheggianti cercando senza trovarlo lo stesso successo dell’opera cameroniana. Il risultato è comunque un bel film d’intrattenimento, niente di più di quello che mostra, ma sempre di piacevole visione. Dopotutto la storia che unisce, separa e riunisce due giovani amici fa parte dell’immaginario americano da sempre, e ha le sue radici nella cultura classica che ha condizionato anche quello del vecchio mondo. Rivedere, rappresentata dalle ombre sulla parete della caverna, una storia e delle dinamiche sentimentali così ataviche da riguardarci tutti, è sempre e comunque un bello spettacolo.
Resta il rammarico per un esagerato patriottismo, da leggersi più come nazionalismo, che per non scontentare nessuno dà un colpo al cerchio e uno alla botte, condanna la guerra ma esalta l’intervento militare e il sacrificio del buon homo americanus. Lettere da Iwo Jima è ancora là da arrivare purtroppo…
Se escludiamo questo taglio propagandistico e vediamo il film come puro e disinteressato divertissement e a questo aggiungiamo l’interpretazione di Josh Hartnett, l’unico ad essere credibile tra tutti gli altri membri del cast - eccezion fatta per il grande Tom Sizemore - grazie anche a un personaggio diverso dal solito cliché dell’eroe finale di una vicenda eroica, ruolo che doveva andare a Ben Affleck, riusciamo a goderci uno spettacolo adrenalinico e con un plot - il triangolo amoroso tra i tre protagonisti e l’amicizia spezzata e ritrovata dei due maschi alfa - che sa toccarci. Anche se solo superficialmente, senza lasciare impronte a fuoco sulla pelle.
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