79ma MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA 2022 – IN CONCORSO
Nel 1211 la diciottenne Chiara (Margherita Mazzucco) abbandona la famiglia per unirsi ai frati di Francesco d'Assisi (Andrea Carpenzano) seguendo la regola di povertà istituita dal giovane frate, in opposizione alla Chiesa ufficiale. Il film di Susanna Nicchiarelli, al terzo ritratto femminile dopo Nico e Eleanor Marx, segue la vicenda di Chiara negli anni successivi fino al 1228. Sempre unita alla comunità francescana, Chiara rivendica il ruolo delle sue sorelle e ambisce a dotarle di una "Regola" analoga a quella di francescani uomini, che prevede il voto di povertà con conseguente dipendenza dalle elemosine da ricercare nel "mondo". Tuttavia all'epoca questo voto era precluso alle religiose di sesso femminile, che invece dovevano vivere protette e chiuse nei conventi e mantenersi con le terre e il bestiame di questi ultimi, evitando tramite la clausura i pericoli della società. Questa ambizione porta Chiara a scontarsi non solo con le gerarchie ecclesiastiche impersonate dal vescovo e futuro papa Ugolino (Luigi Lo Cascio), ma in ultimo anche con lo stesso Francesco e con i confratelli uomini, soprattutto dopo che il fraticello di Assisi accetta di moderare le sue posizioni per ottenere dal Papa l'approvazione della Regola francescana.
La Nicchiarelli compie la scelta azzeccata e coraggiosa di far esprimere i suoi personaggi in italiano arcaico mescolato al dialetto umbro, evitando un fastidioso effetto di eccessiva modernità che spesso rende incongrua la visione di questo genere di biopic su personaggi dei secoli passati. Il film è infatti frutto di un notevole lavoro di ricerca storica a e filologica ed è dedicato ad un'altra Chiara, la studiosa Frugoni che ha collaborato alla sceneggiatura. Le belle location sono immerse nel paesaggio e tra le antiche chiese romaniche dell'Italia centrale utilizzate anche per gli interni. Le musiche sono affidate al gruppo specializzato in musica medioevale Anonima Frottolisti, ad eccezione del brano che accompagna la sequenza finale, che come nella colonna sonora di Miss Marx è un brano contemporaneo. Il film , pur evitando questa e altre trappole da serie agiografica di Rai Uno, risulta però un po' troppo rigido e freddo nel rappresentare la vicenda umana e religiosa di Chiara, il cui impeto innovatore avrebbe meritato di essere rappresentato un po' più di calore e passione. La regista ama comporre le sue inquadrature come quadri, soprattutto nelle scene collettive, ma a questo gusto pittorico corrisponde una carenza di dinamismo nella messinscena.
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