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Tramite amicizia

Regia di Alessandro Siani vedi scheda film

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La recensione su Tramite amicizia

di mm40
2 stelle

Siani ha avuto un'idea geniale: si vende come amico di chi si sente solo (che quindi paga per avere Siani come amico: va bene la disperazione, ma a tutto c'è un limite). Com'è ovvio gli affari vanno a gonfie vele, almeno fin quando viene chiamato a una missione disperata: diventare amico di un imprenditore in crisi esistenziale.


Se è una commedia priva di idee originali, leggerissima nei toni, dalla trama lineare come un fumetto per bambini, con vaghe strizzatine d'occhio alla contemporaneità, con dialoghi di una banalità sconfortante, un lieto fine telefonato fin dalla prima scena e un protagonista, che è anche sceneggiatore e regista, che sta in scena come un pesce lesso, totalmente privo di carisma e che però nei suoi film tutti amano, rispettano e ascoltano in silenzio pontificare sui massimi sistemi; ecco, se si verifica tutto ciò contemporaneamente, ci sono solo due possibilità: se il protagonista parla in toscano è Pieraccioni; in napoletano, Siani. Inutile soffermarsi più di tanto su questa pellicola senza arte né parte che il cosplayer male in arnese di Massimo Troisi scrive insieme a Gianluca Ansanelli appositamente per l'uscita in sala a San Valentino; tutto è troppo poco per meritare le pur minime attenzioni: i cento minuti scarsi di Tramite amicizia sembrano la visione di dieci stagioni di una serie noiosa. Al netto di una messa in scena tecnicamente ben assortita e di qualche caratterista valido in ruoli di contorno (Max Tortora, Germano Lanzoni, Matilde Gioli, Maria Di Biase e l'intramontabile Pippo Santonastaso), un cumulo di frasi fatte e di buonismi superficiali che, quando non stimolano il sonno, irritano lo spettatore (il rapinatore francese che capisce l'italiano solo quando fa comodo allo svolgimento del film; e ancora peggio la gag delle mani “sur la tete”, che Siani prende come un invito – strepitoso! – a mettere le mani sulle tette alla ragazza di fianco a lui. Tutto questo per cosa? Per arrivare alla battutona “questo non è un rapimento, è arrapamento”. No: è una rapina; il rapimento lo tira fuori Siani solo per farci il gioco di parole scadente e fuori luogo). 2/10.

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