Giovanni (Nanni Moretti) è un regista sempre meno in sintonia con il mondo che lo circonda. Al momento è impegnato con le riprese di un film ambientato nel 1956, la storia del segretario della sezione del partito comunista di un quartiere romano (Silvio Orlando) che non sa come reagire all'invio dei carri armati sovietici in Ungheria. La produttrice del film è sua moglie Paola (Margherita Buy), che ultimamente sta pensando di lasciarlo anche se Giovanni non ne ha idea. Il regista sta anche scrivendo un altro progetto tratto da un romanzo e allo stesso tempo sogna di girare un film che racconti la storia d'amore quarantennale di una coppia, con molte canzoni italiane a fare da sottofondo.
Addirittura più felliniano che morettiano, rispetto al solito (a mio parere). Ma non è una colpa e mi è piaciuto molto, certamente anche perché voglio bene a Moretti. Voto: 7 (sette).
Film che sarà anche Politico andante ma in qualche passaggio lascia trasparire addirittura tenerezza : verso la fine una toccante "Voglio vederti danzare" di Franco Battiato che dà un tono migliore alla Pellicola in visione.voto.4.
Un Moretti a volte altalenante ci regala un film che però, poco alla volta, dipana tutta la sua forza espressiva e che rappresenta una sorta di compendio del suo modo di vedere non solo il cinema ma anche tutto il mondo che gli ruota attorno
Spazzatura. Poco da aggiungere. Se per i complottismi ogni sciocchezza detta in 5 secondi richiederebbe ore per mostrarne l'infondatezza - e visto l'interlocutore sarebbe solo una perdita di tempo e di energia - ugualmente questo scarto dell'intelletto richiederebbe altrettanta energia sprecata per mostrare quanto altro non sia che spazzatura. 0.5*
Sono sorpresissimo. Moretti torna a fare il Moretti. Non ci sarà la brillantezza di certi capolavori (d'altronde gli anni passano), ma è un dolce senso di deja-vu. Con un paio di momenti esilaranti (i sabot e il colloquio con Netflix: WTF!!). Non aspettatevi un "Bianca", ma c'è davvero tanto da apprezzare e amare in questo film. Promosso!
"Il sol dell'avvenire" è il film più politico di Nanni Moretti, quello in cui il pubblico non può non riflettersi nel privato e al privato non resta che specchiarsi nel pubblico. Si riprendono i tic, le ideosincrasie, le idee e i personaggi di un intera carriera da regista per riflettere sullo stato di salute del (suo) cinema e del (nostro) paese.
Film drammatico, nel senso che mette drammaticamente a nudo la fine intellettuale, registica e soprattutto attoriale di Nanni Moretti, che recita in modo monotono, citando i fasti passati tramite tic, tormentoni ed esternazioni che non hanno alcun legame con la trama, ammiccando al pubblico "di una volta". Ciò che non è ripetitivo è squallido.
Una lettera aperta al bambino-narciso di settant'anni, moralista lontano dalla realtà tanto da non accorgersi neppure della crisi profonda che da tempo sta insidiando persino il suo matrimonio. Non mi ha convinta.
Non sono un fan di Nanni Moretti ma il film mi e' piaciuto molto soprattutto per l'umorismo con cui ha trattato molti temi di certo non leggeri, e per le tante storie parallele che lo compongono e gli danno trama (leggere la bellissima recensione di Fulvio Wetzl per i dettagli!)
bisogna volergli bene a Moretti per sopportarlo, specialmente nella prima parte dove appare quasi una macchietta di se stesso, ma poi l'ottima recitazione degli altri sembra convincerlo a prendere parte anche lui al film, e arriva qualche momento toccante, assieme ad altri (pochi) divertenti
In 95 minuti sciorina tutto il catalogo del morettismo: la passione politica a sinistra e quella cinefila d'autore, le paturnie e nevrosi intellettuali, il moralismo intransigente: pare che l'autore abbia inteso questo film come una summa di tutti i suoi precedenti. Opera nostalgica, forse di chiusura di una lunga fase, senza dubbio ben riuscita.
Abbiamo 70 anni (io li ho appena compiuti, lui li compie ad agosto). Ci conosciamo dal 1976, quando mi prestò la Canon super8 muta con cui aveva girato "Io sono un autarchico", gelosamente conservata da Andrea Parlatore, ai tempi assistente di Nanni, per permettermi di concludere il mio super8 di esordio "L'amore è un salto di qualità".
Avvio rigido e sgraziato che rischia di allontanare lo spettatore troppo presto da un film che, invece, via via trova scorrevolezza e alcuni momenti di genialità, sul solco del miglior Moretti. Il 'leone di 'Monteverde' torna all'antico con autocitazioni e omaggi a Fellini e Avati. Cinema nel cinema, anche se Nanni non ha la spontaneità d'un tempo
Giovanni che fa film ogni cinque anni e guarda Lola come rito scaramantico vuole gli elefanti in scena l'effige di Trotsky in corteo e non sa che farsene dei 190 paesi di Netflix : Nanni Moretti è tornato con un Capolavoro.
Moretti torna a dirigere un film 'morettiano'. Autocitazionista ma non autoreferenziale, lo riscopriamo cronista severo del presente italiano ed internazionale con i personalismi che gli ricordiamo. Fino alla catarsi finale.
Film proveniente dal Pleistocene. Un dinosauro che narra nello stesso modo di 40 anni fa assemblando immagini ad capocchiam e scimmiottando Sorrentino e Fellini
Ci son libri, film, trasmissioni radio.televisive legate a filo doppio una particolare stagione. Il tentativo di riproporle a distanza di tempo denota o una mancanza di nuove idee e a un tempo una stanca nostalgia di un mondo che non c'è più.
Il divertimento, la satira i motteggi al di fuori del contesto nel quale sono nati appaiono solo tristi
Moretti sul Moretti privato e professionale. Un riflessivo e ironico film sull’invecchiare, sul Tempo perduto, e sulla difficoltà ad adattarsi al mondo che cambia veloce. Da un passato che lascia delusioni e cadute di certezze, a un presente confuso e caotico, il regista/sceneggiatore prova a reagire alle sconfitte e si apre fiducioso all’avvenire.
In questi 2 anni, pensando al cinema di Nanni Moretti, è sempre stato difficile inquadrare Tre Piani all’interno della sua filmografia. E nonostante abbia sempre apprezzato quel film e molti siano riusciti a trovarci all’interno parte del cinema Morettiano, credo che solo con l’uscita del Sol dell’Avvenire possiamo capire al 100% quella parte della vita… leggi tutto
AL CINEMA
Un regista si affanna a portare a termine le riprese del suo film ambientato nella Roma del 1956, in un quartiere popolare che si accinge ad accogliere un circo ungherese, proprio alla vigilia dell'invasione russa di quel paese.
La tensione per il lavoro rende insopportabile il regista e la moglie cerca sostegno psicologico per riuscire a trovare il coraggio di lasciarlo.
Ansie,… leggi tutto
Che delusione, caro Nanni: questo film te lo potevi risparmiare: non aggiunge nulla a ciò che tutti noi - che ti amassimo o che non ti amassimo - sapevamo di te, eterno narciso, infante viziato e incapace di crescere.
Purtroppo, invece, questo film toglie molto ai tuoi meriti cinematografici. Nel panorama - non proprio esaltante - del cinema italiano di questl nostri… leggi tutto
Il film riprende il filo interrottto del Moretti più politico e sociologico e questo è già di per sé un valore aggiunto. Tuttavia il rischio del come eravamo, con i soliti quattro amici al cast, incombe e l'opera manca di quella inerte energia che connota lo stile del regista, adagiandosi sul riverbero di corde abilmente toccate in passato. Alla fine ciò che…
L'ultima fatica di Moretti è un'opera inspirata, ironica e autoironica, ricca di una poetica malinconia, molto comica e divertente. Moretti sembra qui volerci parlare di sé, delle sue nevrosi, dei suoi sogni, delle sue paure e delle sue fantasie e realizza un film nel film (anzi più di uno). Tutto ciò Moretti ce lo racconta in maniera divertente e divertita,…
Da estimatore di vecchia data del cinema di Nanni Moretti ho provato un iniziale straniamento davanti ad un film che a volte sembra girare a vuoto come un auto in folle, e che in realtà poco alla volta si dipana come un grande omaggio all'arte di fare cinema, eco di visioni alla Fellini o al raccontarsi di "Esterno Notte" di Truffault. E se la storia di questa periferica sezione del PCI…
In questa Top 5 inserisco i cinque film che mi sono piaciuti di più nella rosa dei film candidati ai vari David di Donatello.
Due piccole precisazioni:
1: è chiaro che il mio è un…
L’ultimo film di Nanni Moretti ha un titolo che è tutto un programma: “il sol dell’avvenire”
Devo dire che personalmente lo ho apprezzato molto, pur non apprezzando sempre Nanni Moretti. Se questo fosse il suo ultimo film, secondo me sarebbe una gran bella conclusione di carriera.
In questa pellicola abbiamo tutto ciò che è Nanni Moretti…
V'ho chiamato magnifici ma, mi raccomando, non montatevi troppo la testa. Che criterio ho adottato per seguire altri utenti di filmtv? Una delle discriminanti, letta una recensione interessante, consiste nello…
Giovanni, regista famoso, sta girando un film ambientato nel 1956 nel quale una compagnia circense ungherese in fuga dalla madre patria si rifugia in Italia grazie all'accoglienza offerta da un segretario di sezione comunista. Nel frattempo succede di tutto: Paola, moglie di Giovanni, decide di lasciarlo proprio mentre sta lavorando come produttrice di una pellicola truce diretta da un giovane e…
Come già altre volte, Moretti è molto severo verso sé stesso, e molto autoironico. Occhio a qualche spoiler minore. In questo film, ad esempio, è un regista di mezza età e di rara pesantezza. La sua autorevolezza ed esperienza impediscono che il cast lo mandi a quel paese; non ne può più invece la moglie, che lo molla dopo decenni di vita in…
Grossa delusione. Aspettavo con ansia di vedere l'ultima "fatica" del grande Moretti e invece lo scopro senza idee, che beatifica se stesso, con una sceneggiatura debole e banale (non da lui), piena di scene inutili, senza senso e noiose. Personaggi per nulla approfonditi e, direi, sprecati (Orlando, la Bobulova e, perchè no, Valentina Romani). La sfilata finale dei "suoi amici", poi, non…
Giovanni è un regista d’altri tempi. Durante le riprese del suo ultimo film, ambientato nel 1956 e che racconta la storia del segretario della sezione del partito comunista di un quartiere romano che non sa come reagire all'invio dei carri armati sovietici in Ungheria, sembra perdere gradualmente il suo rapporto con il mondo che lo circonda fino a mettere a rischio anche il rapporto…
A prescindere dall'anno di distribuzione, i venti (in verità 15: periodo di magra, quest'estivo, anche se con due nani moretti e due Florence Pugh io sarei pure a posto, eh) titoli (di film, serie e tutto quello…
“Stràpp!” Le premesse c’erano tutte, sin dai primi momenti dal set del film nel film – nel quale ad un certo punto accadrà che “L’acqua Rosa [Luxemburg, inventata per l’occasione; NdA] è in posizione!”, i titoli dell’Unità vengono redatti perché troppo lunghi e discorsivi…
Giovanni è un regista un po' nostalgico, non più al passo coi tempi e per questa ragione il film a cui sta lavorando perde i finanziamenti. Allo stesso tempo sua moglie Paola, da sempre produttrice dei suoi film, ha deciso di lasciarlo non solo nella vita ma anche nel lavoro, per dedicarsi a progetti più “attuali”. Mentre pensa ad un film sull’amore…
Giovanni è un regista impegnato nella direzione di un film ambientato nella Roma del 1956, il quale racconta delle azioni dei responsabili di una sezione del P.C.I. a seguito dei "fatti d'Ungheria". Lo sceneggiatore immagina che durante l'invasione sovietica, a Roma sia presente un circo ungherese, i cui artisti abbiano preso posizione a fianco degli insorti, sollecitando una risposta dei…
L'ultimo film di Nanni che ho apprezzato, anche per il momento storico, è stato "Il Caimano", 2006. Eravamo tutti più giovani, Nanni compreso, e l'idea politica di avere ancora una certa sinistra, era ancora viva, seppure agonizzante. Dopodiché la china del Cinema morettiano è calata inesorabilmente: una delusione dopo l'altra. Con grande scetticismo ho approcciato…
Mi ricordo. Mi ricordo. Mi ricordo. C’era, anzi ci fu, un tempo in cui Nanni Moretti, con le sue idiosincrasie (le ciabatte!), le sue fissazioni (ma come parla?!), la sua passione politica, i suoi tormentoni (mi ricordo!), le sue espressioni stralunate, mi entusiasmava. Come dichiarava di se stesso in Sogni d’oro, Nanni era Nanni e come lui non c’era nessuno.
Quella fase si…
Clamoroso debutto per Oppenheimer. Ce lo si aspettava, certamente, ma i risultati dell’ultimo film di Christopher Nolan vanno oltre ogni più rosea aspettativa. Dopo il primo weekend di programmazione, la…
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Commenti (34) vedi tutti
Addirittura più felliniano che morettiano, rispetto al solito (a mio parere). Ma non è una colpa e mi è piaciuto molto, certamente anche perché voglio bene a Moretti. Voto: 7 (sette).
commento di Roberto MorottiMolto "morettiano", quindi arguto e ironico, ma anche parecchio autoreferenziale
commento di Artemisia1593Niente di nuovo, tutto sembra un poco stantio e già visto rispetto al Moretti conosciuto in altri tempi. E poi i film nel film. Basta. Noioso.
commento di paoscaFilm che sarà anche Politico andante ma in qualche passaggio lascia trasparire addirittura tenerezza : verso la fine una toccante "Voglio vederti danzare" di Franco Battiato che dà un tono migliore alla Pellicola in visione.voto.4.
commento di chribio1Un'opera inspirata, ironica e autoironica, ricca di una poetica malinconia.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiUn Moretti a volte altalenante ci regala un film che però, poco alla volta, dipana tutta la sua forza espressiva e che rappresenta una sorta di compendio del suo modo di vedere non solo il cinema ma anche tutto il mondo che gli ruota attorno
leggi la recensione completa di galavernaSpazzatura. Poco da aggiungere. Se per i complottismi ogni sciocchezza detta in 5 secondi richiederebbe ore per mostrarne l'infondatezza - e visto l'interlocutore sarebbe solo una perdita di tempo e di energia - ugualmente questo scarto dell'intelletto richiederebbe altrettanta energia sprecata per mostrare quanto altro non sia che spazzatura. 0.5*
commento di Karl78Sono sorpresissimo. Moretti torna a fare il Moretti. Non ci sarà la brillantezza di certi capolavori (d'altronde gli anni passano), ma è un dolce senso di deja-vu. Con un paio di momenti esilaranti (i sabot e il colloquio con Netflix: WTF!!). Non aspettatevi un "Bianca", ma c'è davvero tanto da apprezzare e amare in questo film. Promosso!
commento di silviodifedeGrazie Moretti. La scena finale ci ho visto un pizzico di Fellini.
commento di TreferTAlla fine della fiera, è un film di Moretti: se il regista piace, non si può non vedere il film e pure volergli anche (un po') bene.
leggi la recensione completa di tobanisIl Zol dell'A-Venire.
leggi la recensione completa di mckMoretti sta per fare i conti con la sua "demenza senile"?
commento di iroMi sono addormentato. Una lentezza assurda
commento di iacopo73Un film troppo autocelebrativo...a tratti mi ha creato insofferenza...peccato,sono altre le opere che ho amato del regista.
commento di ezio"Il sol dell'avvenire" è il film più politico di Nanni Moretti, quello in cui il pubblico non può non riflettersi nel privato e al privato non resta che specchiarsi nel pubblico. Si riprendono i tic, le ideosincrasie, le idee e i personaggi di un intera carriera da regista per riflettere sullo stato di salute del (suo) cinema e del (nostro) paese.
commento di Peppe ComuneFilm drammatico, nel senso che mette drammaticamente a nudo la fine intellettuale, registica e soprattutto attoriale di Nanni Moretti, che recita in modo monotono, citando i fasti passati tramite tic, tormentoni ed esternazioni che non hanno alcun legame con la trama, ammiccando al pubblico "di una volta". Ciò che non è ripetitivo è squallido.
leggi la recensione completa di Souther78Un film nel film, originale e strampalato ma che si lascia guardare. Sufficiente.
commento di gruvierazUn Moretti delle origini che vale doppio
leggi la recensione completa di siro17Una lettera aperta al bambino-narciso di settant'anni, moralista lontano dalla realtà tanto da non accorgersi neppure della crisi profonda che da tempo sta insidiando persino il suo matrimonio. Non mi ha convinta.
leggi la recensione completa di laulillaNon sono un fan di Nanni Moretti ma il film mi e' piaciuto molto soprattutto per l'umorismo con cui ha trattato molti temi di certo non leggeri, e per le tante storie parallele che lo compongono e gli danno trama (leggere la bellissima recensione di Fulvio Wetzl per i dettagli!)
commento di LordClambisogna volergli bene a Moretti per sopportarlo, specialmente nella prima parte dove appare quasi una macchietta di se stesso, ma poi l'ottima recitazione degli altri sembra convincerlo a prendere parte anche lui al film, e arriva qualche momento toccante, assieme ad altri (pochi) divertenti
commento di carloz5In 95 minuti sciorina tutto il catalogo del morettismo: la passione politica a sinistra e quella cinefila d'autore, le paturnie e nevrosi intellettuali, il moralismo intransigente: pare che l'autore abbia inteso questo film come una summa di tutti i suoi precedenti. Opera nostalgica, forse di chiusura di una lunga fase, senza dubbio ben riuscita.
leggi la recensione completa di port crosAbbiamo 70 anni (io li ho appena compiuti, lui li compie ad agosto). Ci conosciamo dal 1976, quando mi prestò la Canon super8 muta con cui aveva girato "Io sono un autarchico", gelosamente conservata da Andrea Parlatore, ai tempi assistente di Nanni, per permettermi di concludere il mio super8 di esordio "L'amore è un salto di qualità".
leggi la recensione completa di FulvioWetzlUn film di NanniMoretti per morettiani. Bellocchio ha nella vicenda di Aldo Moro il suo appuntamento mancato con la storia. Da oggi Nanni ha il suo.
commento di mafaraAvvio rigido e sgraziato che rischia di allontanare lo spettatore troppo presto da un film che, invece, via via trova scorrevolezza e alcuni momenti di genialità, sul solco del miglior Moretti. Il 'leone di 'Monteverde' torna all'antico con autocitazioni e omaggi a Fellini e Avati. Cinema nel cinema, anche se Nanni non ha la spontaneità d'un tempo
commento di gerkotaGiovanni che fa film ogni cinque anni e guarda Lola come rito scaramantico vuole gli elefanti in scena l'effige di Trotsky in corteo e non sa che farsene dei 190 paesi di Netflix : Nanni Moretti è tornato con un Capolavoro.
leggi la recensione completa di luabusivoMoretti torna a dirigere un film 'morettiano'. Autocitazionista ma non autoreferenziale, lo riscopriamo cronista severo del presente italiano ed internazionale con i personalismi che gli ricordiamo. Fino alla catarsi finale.
leggi la recensione completa di starbookIn arte l' etica conta più della estetica ? Che idea...
leggi la recensione completa di laszloFilm proveniente dal Pleistocene. Un dinosauro che narra nello stesso modo di 40 anni fa assemblando immagini ad capocchiam e scimmiottando Sorrentino e Fellini
commento di MicliuzAutocelebrazione e poco altro.
leggi la recensione completa di marcelloantonelli1962Ci son libri, film, trasmissioni radio.televisive legate a filo doppio una particolare stagione. Il tentativo di riproporle a distanza di tempo denota o una mancanza di nuove idee e a un tempo una stanca nostalgia di un mondo che non c'è più. Il divertimento, la satira i motteggi al di fuori del contesto nel quale sono nati appaiono solo tristi
commento di gianfry43Moretti sul Moretti privato e professionale. Un riflessivo e ironico film sull’invecchiare, sul Tempo perduto, e sulla difficoltà ad adattarsi al mondo che cambia veloce. Da un passato che lascia delusioni e cadute di certezze, a un presente confuso e caotico, il regista/sceneggiatore prova a reagire alle sconfitte e si apre fiducioso all’avvenire.
commento di Antonio_MontefalconeSulle orme di Fellini, Allen e Truffaut, il bellissimo ultimo film di Nanni Moretti.
leggi la recensione completa di claudio1959Poetico, teorico e delizioso. Tutto ciò che c’è di meraviglioso nel cinema di Nanni Moretti
leggi la recensione completa di Leman