Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Il film riprende il filo interrottto del Moretti più politico e sociologico e questo è già di per sé un valore aggiunto. Tuttavia il rischio del come eravamo, con i soliti quattro amici al cast, incombe e l'opera manca di quella inerte energia che connota lo stile del regista, adagiandosi sul riverbero di corde abilmente toccate in passato. Alla fine ciò che più rimane sono le riflessioni sul cinema di oggi, la difficoltà di farsi produrre scritture che non siano generaliste, la finta panacea delle piattaforme, che tutto limano e che chiudono in una gabbia tutt'altro che dorata la creatività e la dignità degli artisti e dei professionisti. Il leone però la zampata la lascia sempre e la troupe sequestrata per un finale troppo scontrato, con consulenze di volti noti della cultura italiana, è un gran pezzo di bravura che denuncia tutte le lacune del sistema dello spettacolo, da chi lo finanza, passando per chi lo realizza e arrivando a chi lo consuma. In conclusione, un film che non lascia il segno, spesso retorico e attaccato ai legami passati, ma comunque apprezzabile per il coraggio di non appiattirsi sul corso prevalente degli eventi.
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