Regia di Nicola Prosatore vedi scheda film
1987. Nella periferia di Napoli deve passare una sopraelevata. I residenti di un fatiscente caseggiato hanno ricevuto un avviso di sfratto. Tra questi, la quattordicenne Anna (Donnarumma), che vive con la madre (Truppo) e ha una cotta per Peppino (Pirozzi, efficacissimo e straordinario nei chiaroscuri espressivi) il quale - a sua volta - per conto di un piccolo boss locale (Arena, misuratissimo) deve portare da mangiare a latitante (Di Matteo) costretto a vivere in una baracca. La curiosità testarda spinge Anna a conoscere quest'uomo dalle caratteristiche molto diverse dalle apparenze.
Al suo esordio in un film di finzione dopo un passato come documentarista (su tutti va ricordato Wanna), Prosatore firma un coming of age ad altezza di adolescente (con un uso molto intelligente delle inquadrature dal basso), ambientato nell'anno del primo scudetto degli azzurri di Maradona. Un film nel quale l'affacciarsi sulla vita parte dallo sguardo nascosto dietro una finestra sul cortile che, tra partitelle a pallone e bravate da bulletti, lascia emergere le pulsioni di un erotismo acerbo, l'incontrollabilità degli istinti, la difficoltà del rapporto con i genitori (giocato sul doppio asse madre-figlia e padre-figlio) e la ricerca di figure di riferimento. Un'opera prima non banale, servita da un ottimo cast e che lascia intravedere un regista promettente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta