Regia di Henry Selick vedi scheda film
Dopo il parziale insuccesso di “James e la pesca gigante” e il conseguente annullamento del contratto con la Disney per realizzare tre film, Henry Selick si rimbocca le maniche e torna in pista con “Monkeybone”, una mescola accattivante di live action, stop motion e animazione digitale. Il protagonista è Stu, un brillante disegnatore che ha raggiunto il successo creando il personaggio della scimmietta Monkeybone. Stu è innamorato di Julie e sta per chiederle di sposarlo quando per un banale incidente entra in coma. Si trova così intrappolato a Morfeolandia, luogo di sosta tra il mondo dei vivi e quello dei trapassati. Nel paese del sonno e del sogno vivono i suoi incubi e tra questi anche Monkeybone, che con uno stratagemma riesce a tornare tra i vivi al suo posto. Quanto Stu è timido e affettuoso, Monkeybone è folle e narciso, ma impietosendo la Morte, Stu riesce a tornare e regolare i conti con il frutto della sua fantasia che sta scompaginando la sua vita reale. Ispirato al fumetto “Dark Town”, il film di Selick si trova sospeso a metà tra “Fuga dal mondo dei sogni” e “Il paradiso può attendere” e nonostante una certa lentezza nella parte centrale, costruisce un’interessante visione del mondo dei sogni; non quella gotica di “Nightmare Before Christmas”, ma piuttosto vicina al freak-bar galattico di “Guerre stellari”.
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