Regia di Massimo Venier vedi scheda film
Giovanni e Giacomo sono soci in affari; il figlio del primo sta per sposare la figlia del secondo. Al matrimonio, sfarzoso, elegante e formale all'ennesima potenza, si presenta anche il nuovo compagno dell'ex moglie di Giovanni: è Aldo, burino estroverso che comincia sin da subito a seminare danni nella compostissima atmosfera del 'grande giorno'.
Boh. Difficile prendere parte, di fronte a un'opera come questa. Difficile realmente gradirla o sgradirla in maniera netta: prevale su tutto l'indifferenza. Il grande giorno è l'ennesimo film di Aldo, Giovanni e Giacomo nel quale succede tutto ciò che ci si potrebbe fin dall'inizio aspettare; l'unica nota fantasiosa sta nel personaggio di Aldo, cafone guastafeste, ovviamente impegnato a rompere le uova nel paniere dei soci/amici Giovanni e Giacomo. Il trio funziona a menadito, sia chiaro, e le risate probabilmente non mancano, non appena lo spettatore è disposto ad abbassare un minimo la guardia. Ma, giunti i tre al tredicesimo lavoro da protagonisti (se i calcoli sono giusti), è non solo lecito ma proprio sacrosanto attendersi qualche cosa di 'nuovo'. Di diverso dal solito. Di rivoluzionario, per gli schemi da sempre portati avanti dal terzetto. E invece anche Il grande giorno finisce con il seguire i consueti binari – e va da sé che la cosa è assolutamente legittima: dare al pubblico ciò che vuole, finché funziona. In un cast, tutto attorno, di buonissimi comprimari (Lucia Mascino, Roberto Citran, Elena Lietti, Giovanni Anzaldo, Pietro Ragusa, Margherita Mannino, e in un cameo nei panni di sé stesso c'è anche Francesco Renga), spicca una spanna abbondante sopra agli altri l'eccellente caratterizzazione di Francesco Brandi, impegnato nel ruolo indubbiamente meglio scritto di tutto il copione, quello del prete 'sui generis'. La sceneggiatura porta in calce le firme del regista Massimo Venier, di Davide Lantieri, di Michele Pellegrini e di Aldo, Giovanni & Giacomo. Centro minuti senza infamia e senza lode, facilmente digeribili, privi di sensibili sobbalzi. 4,5/10.
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