Regia di Claudio Bisio vedi scheda film
Forse Bisio dovrebbe prendere spunto da Pif, che, nel trattare anche con ironia il conflitto, ha svelato realmente questioni degne di interesse e taciute dalla storiografia ufficiale, ma che impongono agli spettatori quesiti scomodi, a partire da: c'erano veramente dei buoni in quella guerra? Era veramente democrazia la nostra? Lo è mai stata?
La ricostruzione dei luoghi è veramente raffazzonata e per nulla immersiva: si vede perfettamente che il film si svolge ai tempi nostri, e non a caso la maggior parte è ambientata in campagna, così da non creare il problema della modernità.
Ma niente funziona davvero: se la trama è sfilacciata e zoppicante, le recitazioni non sono meglio, e la regia non ha nulla da dire. Il demerito principale? Non fa ridere e non fa piangere, però si capisce perfettamente che vorrebbe fare entrambe le cose. Quale metro di giudizio migliore, per un lungometraggio, se non mettere in rapporto le ambizioni dell'opera con il risultato finale?
Forse sarebbe ora di smetterla di parassitare un'epoca ormai andata, e, se si ha la pretesa di fare cinema impegnato, concentrarsi semmai sui veri temi di attualità e che implicano la necessità di una consapevolezza da parte del pubblico, che, invece, viene costantemente indottrinato a fossilizzarsi su questioni che sono perlomeno storicamente superate. Se proprio dovessimo ancora e ancora parlare del secondo conflitto mondiale, allora sarebbe interessante dire qualcosa di nuovo: per esempio, perchè mai i Rothschild avrebbero finanziato Hitler? Perchè Hitler e il nazismo sarebbero originati dalla massoneria? Perchè il presidente americano, così come il primo ministro inglese, erano anche loro massoni? Perchè, nel frattempo, in Russia, era stata radicata una dittatura nata dal massone Lenin?
Forse Bisio dovrebbe prendere spunto da Pif, che, nel trattare anche con ironia il conflitto, ha svelato realmente questioni degne di interesse e taciute dalla storiografia ufficiale, ma che impongono agli spettatori quesiti scomodi, a partire da: c'erano veramente dei buoni in quella guerra? Era veramente democrazia la nostra? Lo è mai stata?
Bisio, nelle sue gag, si presenta sempre come il timorato di dio e dell'autorità, che si assoggetta al potente di turno. Probabilmente questa è la natura che meglio emerge anche nell'opera, che non poteva capitare in un periodo storico più infausto di quello presente, mentre migliaia e migliaia di bambini vengono lasciati orfani, mutilati e uccisi da bombe e armi di un esercito invasore, sotto l'egida delle "democrazie occidentali". Ma Bisio ci ricorda che c'è chi è morto 80 anni fa, e che dovremmo indignarci per tutta l'eternità pensando al passato, e ignorando il presente.
Bene, grazie Bisio. Avanti un altro.
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