Regia di Antonio Manetti, Marco Manetti vedi scheda film
Diabolik mette a segno il furto di una preziosa corona depositata nel caveau del Museo di Ghenf. Sfuggito alla cattura e per completare il furto dell’intera collezione, decide di rapire il corpo di ballo del teatro di Clerville che indossa i gioielli rimanenti, ignaro della trappola tesagli dall’Ispettore Ginko.
Giunge al secondo episodio la trilogia firmata dai fratelli Manetti dedicata all’eroe dark partorito dalla fantasia di Angela e Luciana Giussani, con una narrazione che prende spunto dal sedicesimo albo della serie a fumetti e sempre sullo sfondo di una storia d’amore che da sessant’anni coinvolge i due criminali più efferati del mondo delle strisce. Una narrazione che si muove maggiormente sul solco della guerra senza quartiere fra Diabolik e il suo rivale storico e sempre ambientata in un mondo contraddistinto dai medesimi stereotipi ai quali siamo abituati, dove a fare da contraltare alle incursioni del “Re del terrore” si ritrova come sempre l’Ispettore Ginko, ancora una volta impersonato da Valerio Mastandrea. Capace di rubare al criminale la scena, grazie a una recitazione ai limiti della perfezione. Vittima illustre; Monica Bellucci, nel ruolo di un’aristocratica ricca e snob con gioielli pronti per diventare refurtiva. L’attore “canadese” Giacomo Gianniotti, subentrato nel ruolo di Diabolik a Luca Marinelli, porta sul grande schermo un personaggio che, una volta riposta la maschera, risulta maggiormente espressivo rispetto al predecessore. E per finire Miriam Leone, ancora nel ruolo di Eva Kant, che aggiunge spessore recitativo, declinato in più pose, a un personaggio che con Ginko è il vero protagonista della pellicola. Completano questa seconda uscita una colonna sonora ancora una volta molto anni ‘60, e con l’aggiunta dell’inedito di Diodato “Se mi vuoi”. A tutto si aggiungono riprese adrenaliniche, colpi di scena continui, ma normali per chi è avvezzo agli albi a fumetti, riuscendo alla fine a restituire la medesima sensazione che già avevamo percepito al termine del primo film: Se ami Diabolik non puoi non apprezzare questa pellicola, ma anche chi non ama i cine-comics può apprezzarne la trama a patto di accettare di essere di fronte a un prodotto differente rispetto a quello su carta e soprattutto di fantasia.
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