Regia di Gérard Loubeau vedi scheda film
Secondo tentativo, non molto riuscito, dietro la macchina da presa di un valente tecnico della fotografia e cineoperatore francese, coinvolto successivamente sui set a "luce rossa" diretti da Gérard Kikoïne e da Radley Metzger.
Monsieur Menzer (Gilbert Servien), ricco uomo d'affari, si è ritirato in Italia, in una zona marittima (Positano), dove ama trascorrere il tempo libero navigando. La sua segretaria "si prende cura" di lui, talmente bene che, un giorno, Menzer ha un infarto. Apprende che non gli resta molto tempo da vivere e chiede a Paul (Jack Gatteau), suo socio in affari, di rintracciare le figlie abbandonate da piccole, che ha avuto da tre diverse donne. Paul rintraccia la prima (Isabelle - Danielle Troger), mentre questa è ospite in una festa sexy a Parigi. Poi trova Angela (Barbara Moose), che fa l'infermiera in un convento in Calabria. Grazie a un contatto di New York, risale anche alla terza: in realtà si tratta di due sorelle gemelle (Denise e Diane Sloan) che sono impegnate come escort. Nonostante l'odio che tutte provano per il padre, sono comunque d'accordo nell'incontrarlo. Menzer svela loro che chi si sposerà per amore potrà entrare in possesso, in qualità di erede, della sua enorme ricchezza. Un gigolò italiano (Gil Duroc) inizia a corteggiare le sorelle gemelle, mentre Paul si sente attratto da Isabelle. Le cose non vanno, invece, troppo bene per Angela, che viene violentata dal giardiniere del convento. Quando le figlie presentano i loro aspiranti mariti al genitore, Menzer racconta la verità: è totalmente sul lastrico, senza più un soldo. Il gigolò sparisce dalla circolazione, Angela torna al suo convento. Paul e Isabelle si abbracciano, dimostrando di amarsi per davvero.
Sodale operatore cinematografico di Gérard Kikoïne [1], il francese Gérard Loubeau occasionalmente si è anche occupato della regia, a cominciare dal porno Hot sisters (1975), per poi proseguire con questo Les petites garces, del quale firma pure la sceneggiatura. Anche se, parlare di storia per una pellicola come questa, è forse eccessivo dato che in buona sostanza sullo schermo si susseguono scene hard, quasi senza soluzione di continuità. Nel cast risaltano i nomi di attrici simbolo del genere, compresa Brigitte Lahaie (compare brevemente, applicandosi in una veloce sequenza "oral", durante il sexy party, quando Paul rintraccia Isabelle a Parigi). Nonostante le tante bellezze presenti (dalla Troger a Barbara Moose, passando per le gemelle Sloan), Le porno ereditiere (titolo da non confondere con Le ereditiere superporno diretto da Joe D'Amato nel 1981) si trascina piuttosto svogliatamente, reso particolarmente noioso da una brutta colonna sonora (a firma di Wesley Johnson) e da una fotografia scadente (di Jean-Jacques Renon). Gérard Loubeau non sembra essere particolarmente interessato ad esprimersi artisticamente e realizza un insieme di accoppiamenti privi di erotismo, meccanici e per nulla gradevoli. La produzione, d'altra parte, ha messo ben poco a disposizione, dato che alcune scene (tipo una lunga ripresa romana alla celebre Trinità dei Monti, al minuto 57, senza coinvolgimento degli attori) sembrano essere di repertorio. La sensazione è che il film sia in realtà stato girato del tutto in Francia, nonostante l'ambientazione italiana, in tempi molto ristretti e senza troppa cura per le scenografie. Per essere un hard francese, girato nel momento di punta, il film delude sotto ogni punto di vista. Loubeau meglio farà in seguito, quando all'opera in regia abbinata a Roberto Girometti (Le segrete esperienze di Luca e Fanny, 1980) o meglio ancora con Radley Metzger (I racconti di Tiffany Lust, Aphrodesia's diary e Senza inibizioni).
Visto censura [2]
In data 14/09/1979, Le porno ereditiere ottiene nulla osta n. 73939, passando integralmente in censura e finendo per essere una delle prime pellicole, "rigorosamente vietate a minori", che dal 1978 iniziarono ad essere proiettate sui grandi schermi nazionali (nei manifesti cinematografici, la regia viene attribuita all'inesistente Giulio Tazzioli).
Metri di pellicola accertati: 2447 (circa 90').
NOTE
[1] Assieme a Gérard Kikoïne, Loubeau ha collaborato - sempre come cineoperatore e tecnico della fotografia - alla realizzazione di alcuni dei più celebri film a luce rossa francesi, tra i quali, per citarne solo un paio, I desideri di gente perbene (1981) e Les petites nymphettes (1981). Al termine della carriera, seguirà Kikoïne anche nel cinema regolare, operando, nella solita veste di cineoperatore, anche per l'horror Sepolti vivi (1989).
[2] Dal sito "Italia Taglia".
"Credo che le persone diano troppa importanza e peso a questa storia del sexy. Per alcuni è quello che vedono: quindi un nudo, un rossetto rosso, un tacco a spillo. Per me no. Credo che essere sexy sia sentirsi a proprio agio con se stessi, essere sicuri. È sentirsi dentro e non apparenza. Qualcosa che ha a che fare con la felicità e la lealtà. Ecco. Credo sia la cosa più sexy al mondo essere una brava persona."
(Cara Delevingne)
F.P. 10/07/2022 - Versione visionata in lingua francese (durata: 82'01")
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