Regia di Tulio Demicheli vedi scheda film
Assoldato da Don Carlos per uccidere un agitatore rivoluzionario, Dakota Joe molla l’incarico e decide di prendergli i sodi per la rivoluzione. Lo farà in coppia con Pedro (il godereccio Fernando Sancho) che nel bel mezzo del deserto lo lascierà ovviamente a piedi. I due si rivedranno solo a Laredo quando in duello Dakota Joe si vendicherà. In mezzo a tutto questo una serie di seconde avventure che portano avanti l’azione neanche poi tanto male. A detta della critica il filo conduttore si perde tra una scena e l’altra a causa dei troppi motivi usati, come la rivoluzione, Zapata, vendette personali, amori proibiti, fughe e inseguimenti. Credo invece che Demicheli abbia usato bene il mestiere western per confezionare una storia canonica e poco originale, che non gode delle solite bizzarriedel genere nostrano e nemmeno di una certa violenza. Nonostante questo il film è una visione piacevole, aiutato dalla bellezza dei paesaggi almeriensi e dalla reiterazione dei due luoghi fondamentali di un vero western, le cavalcate e i duelli. Sancho è sempre forte e mai ci stacheremo di sentirlo ridere grassamente: lui è l’unico e vero messicanaccio possibile. Per Undari il discorso è diverso. Abile e carismatico da cattivo, quando invece protagonizza in un film perde la sua dote, anche perché il confronto con il duro straniero per antonomasia di Eastood è perso in partenza. “Un Uomo e una Colt” rimanecomunque uno dei meno conosciuti tortilla-western, perché non può tenere testa a film come “Quien Sabe?” e “Tepepa”, però anch’esso dal canto suo tratta il tema rivoluzionario con dichiarato interesse per i poveri peones.
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