Regia di Tanio Boccia vedi scheda film
Nell'antico oriente il perfido Dakar è un tiranno odiato da tutto il popolo; a scalzarlo dovrà pensarci il coraggioso Nadir, legittimo erede al trono, ma non prima di aver salvato la bella Fatima, sottratta alle grinfie di Dakar.
Interpreti non eccelsi e comunque lasciati allo sbando in scena, azione diretta in maniera a dir poco maldestra, costumi approssimativi e scenografie di cartapesta: Il conquistatore d'Oriente mira al titolo di film storico/mitologico più sgraziato del pur ampio filone che in quegli anni imperversava sui grandi schermi nostrani, ma a conti fatti non può che classificarsi fra i 'brutti ma non bruttissimi'. Perchè, nonostante il nome di Tanio Boccia, una garanzia di scarsa qualità e rapidità di confezione dietro la macchina da presa, il lavoro non è poi tanto peggio di altri coevi: il ritmo è altalenante, la tensione idem, ma quantomeno l'azione non manca, per quanto come detto sia messa in scena in maniera discutibile, e il prodotto in effetti non ha bisogno di tanto altro per raggiungere il suo scopo. E poi le seconde e terze linee del cinema nostrano che formano il nucleo centrale del cast prevedono anche qualche nome apprezzabile: Rik Battaglia, Paul Muller, Gianna Maria Canale, Irene Tunc e Fosco Giachetti sono i volti principali; per quanto riguarda invece la sceneggiatura le firme sono quelle di Boccia, di Gianni Mauro e di Mario Moroni: poca esperienza quest'ultimo, prima e ultima invece per Mauro. Intrattenimento e nient'altro, uno dei tanti film sfornati all'epoca a getto continuo dal nostro cinema, capaci di rifarsi dei costi di produzione alla svelta e talvolta anche di ottenere sorprendenti ricavi (ma questo presumibilmente non è il caso de Il conquistatore d'Oriente). Co-produzione fra Italia e Germania ovest. 2/10.
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