Regia di Zachary Wigon vedi scheda film
Un film di cui si può tranquillamente fare a meno, passando oltre, anche se le fuorvianti premesse ci avrebbero potuto portare verso lidi ben peggiori.
Ligi alla promessa di non voler certo sparare sulla Croce Rossa ci agevoliamo dunque l'uscita immediata dalla recensione solo volendo ricordare la scena che abbiamo di gran lunga preferito, oltre a quella "dell’accoppiamento tra i due con la presunta ovulazione della protagonista che si rivela il momento più hot che si ricordi da tempo in un film che non sia vietato DRUGO_LEBOWSKI981" , che è stata quella in cui, nel finale, entrambi esausti, restano abbracciati sul pavimento, Non sono come te e non devo esserlo, avvolti in uno struggente chiaro scuro fotografico (in questo film c'è un grande lavoro alla fotografia, di un'italiana peraltro, Ludovica Isidori ed anche il doppiaggio era più che buono con Rebecca doppiata da una ragazza rumena, Emanuela Ionica) mentre dalla finestra in alto, la pioggia scrosciava incessante e complice quasi silenziosa ed un leggero tocco di piano contribuiva ad illanguidire ulteriormente il tutto.
Ecco, quest'ottima scena con finale di redenzione da parte di entrambi i protagonisti ha contribuito ad una piena sufficienza, anche per via di una regia non certo banale, che poteva spostarsi verso un sette solo che il tema fosse stato meglio centrato od anche verso la piena insufficienza se la cosiddetta dominatrice ed il dominato avessero ulteriormente insistito nei loro pretestuosi quanto inutili, iniziali, giochetti.
Lei, Rebecca, abbastanza dentro la parte, come lui pure del resto, ma senza infamia né lode.
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