Regia di Antonio Albanese vedi scheda film
Antonio è un ex operaio, appena andato in pensione, di neppure sessant'anni. Divorziato, vive per sua madre, anziana in difficoltà, e sua figlia che sta per sposarsi. Antonio va nella banca del paese, dove tutti si conoscono, per organizzare il matrimonio. Ma i suoi soldi sono spariti. E così quelli di tantissimi compaesani. La banca è fallita da un giorno all'altro e solo i grandi correntisti sono stati avvisati: tutti gli altri hanno perso i risparmi di una vita. C'è chi si fa venire un colpo, chi si ammazza e c'è Antonio che, di fronte al muro di silenzio da parte della banca, decide di passare alle misure estreme.
Cento domeniche passate a costruirsi la casa, poi da un momento all'altro tutto quel che hai risparmiato nella tua vita non c'è più. La morale di questo film è terribile, non lascia speranza alcuna: eppure è vera. Fa male proprio per questo, e il principale pregio della pellicola diretta da Antonio Albanese – alla sua quinta regia cinematografica – risiede proprio qui. Cento domeniche è un film fastidioso, che fa riflettere e che fa infuriare, e la sua forza è innanzitutto nella solidissima, impeccabile scrittura; il copione è firmato da Piero Guerrera e da Albanese stesso, che si prende pure il ruolo di protagonista. Lungi dall'eccedere in autoindulgenza, il cineasta azzecca invece l'attore perfetto per interpretare una parte tanto complessa, inizialmente leggera e via via sempre più drammatica, fino a toccare le vette della tragedia; se mai fosse servita una prova schiacciante del fatto che Antonio Albanese è uno dei migliori attori italiani in circolazione e soprattutto un attore capace di cambiare senza fatica registro in maniera anche drastica: bene, eccola qui. Le ruberie e le infamie coperte da istituzioni omertose che, negli anni precedenti a questo lavoro, gli istituti di credito hanno perpetrato ai danni di centinaia di migliaia di onesti risparmiatori sono un argomento vero, toccante, dai risvolti perfino commoventi: un film come questo serviva. Mancava. E fortunatamente è stato realizzato in modo sensato, con una confezione sobria e un'ambientazione totalmente credibile, nonché con un valido cast che comprende anche Maurizio Donadoni, Bebo Storti, Sandra Ceccarelli ed Elio De Capitani. 7/10.
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