Regia di Antonio Albanese vedi scheda film
Quando Antonio Albanese veste i panni di attore drammatico come in questo Cento Domeniche, da il meglio di se stesso.
La regia di Albanese, è semplice, basica ma mai banale. E’ perfetta per descrivere il paese e il protagonista.
Le interpretazioni di alcuni attori non sono effettivamente state all’altezza e le difficoltà si sono palesate addiritura nella pronuncia di alcune parole.
Il film è un dramma breve ma intenso, duro e potente come un pungo nello stomaco. Vuole essere un’omaggio a tutti quelli che dalle banche sono stati truffati, ma anche un fortissimo atto d’accusa verso le banche e lo stato che ha preferito difendere il mondo bancario e non i risparmiatori.
Il dolore, la sofferenza e la solitudine di Antonio (Antonio Albanese) lo abbiamo provato tutti, magari non per colpa delle banche ma sicuramente a causa di una società spenta verso il prossimo.
Le cento domeniche citate dall’amico del protagonista sono il tempo che mediamente un’operaio ci impiegava a tirar su casa negli anni 60.
Emblematica una scena in cui Albanese dice che “loro” (i poliziotti, lo stato) non credono e non aiutano lui povero risparmiatore, ma difendono invece il banchiere.
Tanto dolore, tanta sofferenza ma lui voleva solo organizzare il matrimonio della figlia, sogno di tutta una vita.
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