Regia di Martina Pastori vedi scheda film
Dopo le avventure della scorsa estate in quel di Riccione, Vincenzo invita Camilla e Furio nella casa di suo padre sulla splendida costiera amalfitana dove, ai consueti personaggi, si affiancheranno altri protagonisti, tra delusioni d’amore e scelte di vita.
Non solo cambio di location ma anche cambio di regia, stavolta dietro la macchina da presa c’è Martina Pastori al suo esordio, e di location per la pellicola estiva e giovanile che si ripromette di non far rimpiangere i cine-cocomeri degli anni ’80, di cui Isabella Ferrari, mamma apprensiva del non vedente Vincenzo, è stata la reginetta assoluta. Eppure qualcosa che stride inesorabilmente c’è.
Come nel caso della sceneggiatura che, si snellisce dei troppi personaggi giovanili della precedente pellicola, ma pur di non ridurre eccessivamente il cast, tenta di arricchirsi di protagonisti che essendo (quasi) privi di uno storico narrativo fanno fatica ad adagiarsi nella trama che finisce per mostrare evidenti vuoti nel racconto, già sofferente a causa di un montaggio troppo dinamico a discapito di un soggetto capace comunque di lasciarsi apprezzare in diverse occasioni.
Oltre alla piacevole (ma in un certo senso superflua) presenza di Isabella Ferrari e del di lei compagno Lucio, interpretato da Luca Ward, il vero punto forte sono proprio i ragazzi protagonisti, oltre a Lorenzo Zurzolo e Ludovica Martino, rispettivamente Vincenzo e Camilla, non sono niente male neanche Davide Calgaro e Kyshan Wilson, dimostrazione che forse non era necessaria l’operazione nostalgia ma bastava cavalcare l’onda giovanile scoperta lo scorso anno.
Anche la scelta dell’ambientazione e azzeccata. La Pastori ha fatto benissimo a non optare per la consueta Capri ma a virare sulla meno modaiola Amalfi ma altrettanto affascinante, offrendo agli occhi uno dei panorami più belli del sud Italia.
Un film senza pretese che non possiede le capacità consone per intrattenere chi mastica cinema ma che riesce a suonare le corde giuste delle orde di giovani che (probabilmente) lo guarderanno, di certo più abituati ai frenetici ritmi delle cose scomposte e qualche volta incomplete.
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