Regia di Neil McCay vedi scheda film
Uno dei tantissimi horror-indie americani, girati con sempre meno mezzi e rilasciato direttamente in streaming.
In seguito all'inatteso e doloroso suicidio della giovane figlia Samantha (Jill Young), Ally (Akasha Villalobos) non riesce più a uscire di casa, intrappolata da uno stato d'ansia che sfocia nell'agorafobia. Una possibile via di fuga da quella tragica situazione le si presenta quando incontra Jan (Peggy Schott), una terapeuta che le suggerisce di utilizzare un tè allucinogeno, in grado di stimolare i poteri ESP e consentirle così di poter parlare con i defunti. Nella speranza di rivedere Samantha, Ally non esita a tentare questa strana e inusuale esperienza. Ma quello che sperimenta in seguito va molto oltre; può vedere, infatti, molto di più: un uomo mascherato che la perseguita, un bambino senza bocca e la figlia Samantha, ostile e rabbiosa nei suoi confronti, che sembra spingerla a compiere lo stesso gesto autodistruttivo. Tutte fantasie e visioni indotte dalla sostanza allucinogena? Sembrerebbe di no, infatti anche suo marito Michael (Major Dodge) inizia a vedere le stesse cose. Il responsabile di tutte le sofferenze, compreso il suicidio di Samantha, ha infatti un nome, Abuso, quello di un demone africano che si accanisce sugli occhi delle vittime prese di mira.
Uno degli ormai incalcolabili horror americani, girati senza mezzi, in tal caso dallo sconosciuto sceneggiatore-regista Neil McCay. Uno che, per quanto strano, ogni tanto ci riprova. Aveva già diretto un lungometraggio direttamente per l'home video nel 2002 (My turn), al quale era seguito Eleven (2006): opere che, ovviamente, nessuno si è filato. A distanza di 16 anni riappare con un prodotto inclassificabile, nel quale il solito scenario "de paura" è un incrocio tra temi ormai privi di appeal: la casa (forse) infestata e l'incertezza su ciò che Ally crede di vedere (autentica attività paranormale o frutto dell'uso di sostanze stupefacenti?). Il contenuto di un film può essere poco importante, se la forma è curata e riesce comunque ad intrattenere. Non è questo il caso, dato che siamo dalle parti dell'indie più scalmanato, con interpreti che hanno la stessa formazione artistica e professionale di una cassiera del supermercato, della vicina di casa o del vostro collega di lavoro. Il set è uno solo: lo stesso poco brillante appartamento, all'interno del quale gli attori parlano senza soluzione di continuità, spostandosi da una sala alla cucina, finendo occasionalmente in camera da letto (rigorosamente vestiti, of course). La distribuzione di questo strano oggetto, in cui recitano sconosciuti, improvvisati all'occorrenza attori, ha puntato sul nome di Bjorgvin Arnarson (presente nel serial televisivo Chucky) che appare in un breve ruolo, interpretando la spettrale presenza di un ragazzino senza bocca. Il tema del demone che si accanisce sugli occhi, assieme e qualche effetto correlato, è stato molto fantasiosamente accostato a Fulci [1], autore probabilmente sconosciuto a McCay. Siamo dalle parti dell'amatoriale spinto, a tal punto che un lavoro come questo non dovrebbe raggiungere il pubblico ma che, inspiegabilmente, viene fortemente supportato dalla critica in patria. La difesa di opere come questa contrasta, sempre più spesso, con i gusti del povero spettatore che le subisce. Sull'imdb Trip ha totalizzato 3,5 su 10, ottenendo 84 voti. La locandina trae in inganno, facendolo apparire come un prodotto serio. Aspettiamo McCay alla prossima prova, possibilmente tra altri 16 - o magari anche più - anni...
NOTA
[1] Cifr. recensione su B&S About Movies.
"Il lasciarsi abbattere da una perdita, o persino da parecchie perdite, non è cosa da ammirarsi come prova di sensibilità, bensì da deplorarsi come difetto di vitalità."
(Bertrand Russell)
Trailer
F.P. 30/06/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 94'30") / Data del rilascio: 13/05/2022
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